Preghiere senza risposta
Preoccupa il fatto che alcuni credenti, come pure alcune chiese, non conoscano
la grande benedizione della preghiera esaudita. Le Scritture ci insegnano che è nelle intenzioni di Dio il Padre, rispondere alle preghiere dei suoi figli quando essi Lo invocano. Niente risulta
più chiaro dalla Parola di Dio della verità che è desiderio di Dio rispondere alle richieste dei suoi figliuoli e delle sue figliuole. Gesù Cristo ha semplicemente dichiarato ai suoi
discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;
picchiate, e vi sarà aperto» (Luca
11:9). Egli ha anche detto: «Se dimorate in me e le mie parole dimorano in
voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto»(Giovanni
15:7).
Il fondatore della Fede, Gesù Cristo, conosceva per esperienza personale che
cosa volesse dire avere sempre l’orecchio e l’attenzione di Dio il Padre protesi a suo favore nel regno della preghiera, mentr’era sulla terra. Prima di risuscitare Lazzaro dai morti, Gesù pregò
e nel fare ciò Egli penetrò nella conoscenza della sua stessa vita di preghiera di successo. Le sue parole non hanno bisogno di commento. Egli disse: «Padre, ti ringrazio che m’hai esaudito. Io ben sapevo
che tu mi esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda, affinché credano che tu m’hai mandato» (Giovanni
11:41-42). E Gesù desidera che i suoi veri amici conoscano e
godano di quello che lui ha conosciuto e di ciò di cui ha goduto riguardo alla preghiera. Vi sono gioie e conferme grandi nel vedere Dio muoversi in risposta alle preghiere dei suoi
figli.
Con rincrescimento dobbiamo dire che vi sono credenti professanti che non
sembra conoscano le gioie della preghiera esaudita. Addolora sentire persone affermare che Dio non ha dato risposta alle loro preghiere. Ciò è evidentemente in conflitto con la rivelazione e con
la promessa della Parola di Dio. È nettamente in contrasto con le molte certezze che troviamo chiaramente e frequentemente affermate nelle pagine dei Sacri Scritti. Una domanda sorge nella mente:
Forse che Iddio inganna i suoi figliuoli? Possiamo o no fare affidamento sulle parole di Gesù riguardo alla preghiera? Perche le cose non sempre funzionano? Spesso la frustrazione e la
depressione sono il risultato di questo stato negativo.
Non soltanto la Scrittura promette la risposta alle preghiere, ma ci dice
i motivi per cui vi sono preghiere non risposte; e questi motivi debbono essere considerati da ogni assemblea e da ogni figlio di Dio.
La preghiera non risposta, generalmente, è dovuta a qualche mancanza o difetto
nel credente, mai in Dio. Molto è dovuto alla condizione reale del cuore e della vita. Perché la preghiera possa essere efficace, la Parola di Dio ci dice che alcuni fattori fondamentali debbono
essere evidenti.
Mancanza d’integrità e di purezza interiore a livello spirituale e umano
ostacoleranno la risposta alla preghiera. Il salmista era convinto di questo quando esclamava: «Se nel mio cuore avessi avuto di mira l’iniquità, il
Signore non mi avrebbe ascoltato» (Salmo
66:18). È impossibile sfuggire a questa grave affermazione. La
parola «iniquità» qui sta per vanità e ci fa riflettere che vi è qualcosa di sbagliato nello stato, nei
motivi e negli obiettivi di colui che prega. Secondo Fosset sono necessari scopi integerrimi, purezza dal peccato segreto o palese e dall’ipocrisia abituale in senso assoluto. Quando le parole
non riflettono le condizioni del cuore sicuramente si verificherà una flessione per quanto concerne la preghiera.
Dio possiede la completa misura dello stato interiore dell’uomo ed Egli non può
essere ingannato. Egli scruta e conosce i pensieri più profondi della mente e del cuore ed è in grado di giudicare con giustizia. È mera follia e perdita di fiato e di tempo pregare, se la nostra
condizione interna non è in ordine. È impossibile pregare con fede e convincimento se lo stato interiore non è retto. Davide poteva affermare nel Salmo
6:19 «Ma certo Iddio m’ha ascoltato; egli ha atteso alla
voce della mia preghiera». Dio aveva ascoltato la sua voce a
conferma del fatto che egli aveva adempiuto le richieste divine.
La mancanza di risposta alla preghiera può anche essere attribuita al bisogno
di perdono. Perchè il credente possa conoscere la benedizione della preghiera esaudita è necessario che sia in buoni rapporti con Dio.
La preghiera esaudita è un pegno del favore divino ed è indice di buon rapporto
con Dio. È necessario vivere nella certezza di un tale buon rapporto.
Allo stesso tempo, il figlio di Dio deve necessariamente esercitare e mostrare
la stessa grazia e favore a pro degli altri, credenti e non. È necessario vivere secondo le direttive di Dio. Lo spirito d’amore deve essere manifestato nel saper perdonare sia coloro che sono
dentro e sia coloro che sono fuori della Chiesa. Il Nuovo Testamento ci dà molti insegnamenti riguardo al bisogno e alla natura del perdono. Se un fratello o una sorella porta rancore contro
qualcuno, ciò causa come una barriera che ostacola l'esaudimento della preghiera.
La certezza del perdono di Dio e della risposta di Dio dipendono dalla nostra
prontezza nel perdonare coloro che ci hanno offeso. (Matteo
6:14-15). Molte mancate risposte alle preghiere possono essere
associate al fatto che è stato trascurato questo problema. È importante essere in regola con Dio e avere con Lui un vero rapporto spirituale, perché Egli possa prestare ascolto alla nostra voce.
Non si può sfuggire al fatto che un’unione spirituale genuina deve prevalere ed essere la base per la risposta alla preghiera. Pietro fa il punto per quanto concerne i mariti, raccomandando loro
di vivere assieme con le loro compagne nell’armonia, affinché le loro:«preghiere non siano impedite» (1 Pietro
3:7).
La mancanza di fede è di per sé una premessa al fatto che non potrà esserci
successo nella preghiera. Se manca la fede non possiamo aspettarci risposta alla preghiera; questo elemento vitale è essenziale in colui che prega e nelle preghiere offerte. È inutile pregare se
manca questo principio attivo.
Il consiglio che ci viene da Giacomo, colui che ha vinto tante battaglie in
preghiera, è: «Chiegga con fede senza star punto in
dubbio» (Giacomo
1:6). Dio non ha mai premiato l’incredulità, ma ha premiato la
fede. Chi prega deve essere spiritualmente convinto nella mente e nel cuore che Dio è; deve altresì essere convinto che Dio nella sua natura è buono. Egli è ben disposto a muoversi in risposta
alla richiesta del cuore che crede. Inoltre chi prega deve avere la certezza che Dio è fedele alla sua Parola per quanto concerne la preghiera vera. A riguardo Egli ci
invita: «Invocami, e io ti risponderò, e t’annunzierò cose
grandi ed impenetrabili, che tu non conosci» (Geremia 33:3). Dio ci ha fatto promesse e ci
ha assicurati che risponderà a coloro che pregheranno con vera fede.
Un indice per conoscere se c’è la fede è il senso d’attesa; non si può ricevere
nulla tramite la preghiera se non ci si aspetta di ricevere nulla. Dio cerca sempre di infondere nei suoi figli solida fiducia in Lui, affinché essi possano sperare in Lui per avere risposta alle
loro preghiere.
Spesso le mancate risposte alle preghiere sono dovute alla rinuncia. Vi sono
coloro che soffrono la fatica spirituale per quanto concerne la preghiera. Essi non conoscono la perseveranza; vi è un cedimento nella loro volontà, per cui non riescono ad insistere fino
all’esaudimento.
Chiaramente, negli insegnamenti di Gesù Cristo ci viene detto che non deve
esserci nessun cedimento verso la rinuncia per quanto concerne la preghiera. Il pensiero che prevale in Luca
11:9 è l’insistenza. La versione amplificata
traduce: «chiedete e continuate a chiedere» e assicura al verso 10: «perché colui che continua a chiedere riceve...
». Il concetto è maggiormente rafforzato con la parabola dell’uomo
che a mezzanotte chiede pane alla casa del suo amico. L’uomo non sarà premiato a causa dell’amicizia ma a causa dell’insistenza che non conosce vergogna. Questa determinazione deve essere il
profilo che prevale; in questo modo Dio sarà convinto del fatto che realmente desideriamo le cose per le quali preghiamo.
È necessario sia ricordato ai cristiani che lo stesso Elia che pregò una volta
affinché scendesse fuoco dal cielo, come si legge in 1 Re 18, dovette piegarsi e pregare ben sette volte perché scendesse la pioggia. Egli non
rinunciò a pregare, finché non vide un accenno di risposta: «una piccola nube… come il pugno di una
mano». Dio cedette alla persistenza. È necessaria una consacrazione
alla preghiera senza cedimenti di spirito.
La situazione attuale in cui vengono a trovarsi la Chiesa ed il singolo
credente richiede il ministerio della vera preghiera all’Iddio vivente e vero. Le condizioni pressanti che richiedono l’intervento Divino e l’aiuto dall’Alto possono trovare la risposta nella
preghiera che prevale e che fa scaturire dal Trono di Dio la benedizione della risposta. Non è necessario accumulare una lista di preghiere non risposte; se vi sono le giuste attitudini e
condizioni, Dio è in attesa di ascoltare e rispondere alle preghiere.