Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di Lui vi è annunziato il perdono dei peccati. Atti 13:38
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La parola “perdono” significa mettere in libertà una persona o una cosa,
condonare, cancellare un debito. È la decisione di non avercela più con una persona, nonostante ciò che ti ha fatto. Il perdono è un atto d’amore, di misericordia e di grazia
immeritata. Senza spargimento di sangue, non c'è
perdono.
Il sacrificio d’espiazione ci mostra Gesù offerto a Dio senza difetto, immolato
al posto del peccatore. Gesù pagò il debito che noi non potevamo pagare e cancellò il passato che noi non potevamo annullare. Egli è il nostro sacrificio, la sua morte è descritta come un
perfetto dono di Se stesso. Il sacrificio di Gesù ha tolto da noi l’ira di Dio e la barriera che non ci faceva realizzare la comunione con Lui.
Cristo è descritto come la ’Propiziazione dei nostri peccati’. La
parola propiziare significa ’placare’ o ’soddisfare’ la giustizia di Dio per mezzo di un sacrificio
espiatorio. Questo sacrificio placa l’ira di Dio, la giustizia viene soddisfatta in Cristo, e permette a Dio di usare misericordia e perdono del peccato.Gesù con il Suo sacrificio ha riscattato
l’uomo peccatore pagando un prezzo che nessuno poteva pagare, cioè ricompra l’uomo e diventa il suo Redentore.
La morte espiatrice di Cristo è sufficiente per tutti, ma è efficace soltanto
per quelli che credono in Lui. Voi, che eravate morti nei peccati e nella
incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e
l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce. Gesù Cristo con il
suo sacrificio offre, in segno d’amore, la completa assoluzione della pena del peccato, a favore dell’essere umano ’ravveduto’. In Lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il
perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia.
Davide sentiva il bisogno del perdono. Lavami da tutte le mie iniquità e purificami dal mio
peccato; poiché riconosco le mie colpe, il mio peccato è sempre davanti a me. È importante confessare a Dio il peccato. Finché ho taciuto, le mie ossa si consumavano, tra i
lamenti che facevo tutto il giorno. La sofferenza di Davide per non
aver confessato il suo peccato, lo faceva star male fisicamente e spiritualmente. Dio ci chiama a non tacere e non essere indulgenti con noi stessi per i nostri peccati ma di pentirci e
umiliarci. La nostra relazione con Dio, si ristabilisce solo se confessiamo e abbandoniamo i nostri peccati. Chi copre le sue colpe, non prospererà, ma chi confessa
e le abbandona otterrà misericordia.
Giuseppe in alcuni tratti è la figura di Cristo. La sua volontà di perdonare
trasformò l’amarezza in amore, piangendo si fece conoscere dai fratelli: vi prego avvicinatevi a me!… io sono Giuseppe vostro
fratello che voi vendeste perché fosse portato in Egitto. Ora non vi rattristate, né vi dispiaccia di avermi venduto… Dio mi ha mandato qui per conservarvi in vita. Abbracciò e baciò i fratelli
perdonandoli. I suoi fratelli non meritavano di essere perdonati,
ma Giuseppe non ha pensato né al dolore, né all’umiliazione e alle ingiustizie subite, desiderava riappacificarsi con loro. Il suo gesto non è dovuto ad una debolezza ma alla forza dell’amore che
sovrasta ogni pregiudizio umano.
La scena della quale Giuseppe perdona i fratelli è una bellissima figura del
perdono che Cristo ha esteso a tutti noi morendo sulla croce. Giuseppe riconosce che dietro ad ogni sua sofferenza c’è il piano di Dio per essere di benedizione ai suoi fratelli. Essi meritavano
di essere puniti, ma Giuseppe li perdona. Il suo perdono è fondato sull’amore e sulla comunione con Dio. È un perdono sincero, duraturo ed ama prendersi cura dei fratelli, restituendo così vita
ad una relazione mai morta, ma solo nascosta dal dolore subito. Siate miei imitatori come anch’io lo sono di
Cristo.
Noi, per natura non siamo portati a perdonare, ma piuttosto a provare rancore,
Dio ci mostra la grandezza del suo amore per noi proprio per educarci al perdono. Perdonare è difficile, ma non impossibile con l’aiuto di Dio certamente ce la possiamo fare. Dio comanda di
perdonarci gli uni e gli altri, solo per il nostro bene, perché il risentimento è un carico pesante da portare nella vita. Il risentimento logora dentro, logora i nostri pensieri, ci priva della
pace e soffoca la gioia. Un cuore calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la
carie delle ossa.
L’ira prolungata, la gelosia, l’invidia possono nuocere alla salute fisica e
spirituale. Forse, mentre noi ci distruggiamo, chi ci ha offeso prosegue per la sua strada senza neppure accorgersi della nostra agitazione! Il Signore sa che abbiamo bisogno di perdonare non
solo per il bene degli altri, ma anche per il nostro. È vero, è difficile imitare il dono di Dio che è perfetto in tutto, ma non è una cosa impossibile da fare. Molti servitori di Dio ci sono
riusciti nel passato, perché non dovremmo riuscirci noi? Poiché tu, o Signore sei buono, pronto a perdonare, e
misericordioso verso tutti quanti t’invocano.
Dare o chiedere il perdono, è un momento di grande comunione con Dio, sono
passi umani che ci fanno crescere personalmente, hanno in noi il potere di vincere l’orgoglio e l’egoismo e aprirci all’amore; ci aiuta a scoprire le nostre qualità sia tra fratelli, marito e
moglie, figli, amici e prossimo. Chi riceve il perdono è impressionato dalla misericordia e generosità della persona amata ed è colpito dall’amore e dall’umiltà. Una volta che ci siamo
perdonati a vicenda la nostra vita non è più la stessa, la grazia di Dio ci rinnova spiritualmente.
La strada che Dio ci indica in modo concreto attraverso il suo modello di
perdono: Siate
benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo. Le radici del perdono sono in Dio che è il grande
perdonatore. Il perdono porta la serenità, la pace, la gioia e la
libertà.Camminate
nell’amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio quale profumo soave. L’amore di Gesù si esprime nel dare fino al sacrificio. Dio non si limita a chiedere
di perdonarci gli uni e gli altri, ma si aspetta che lo facciamo perché, Egli nel suo amore ci ha perdonato.
Gesù c’invita ad andare a Lui e gettare ai suoi piedi i nostri pesi, le nostre
difficoltà. Egli ci ascolterà, ci benedirà, ci spiegherà cose inspiegabili e ci farà vedere il suo piano perché ci ha chiamati ad essere suoi imitatori e figli da Lui amati. Se non perdoniamo
agli uomini i loro falli, nemmeno il padre nostro perdonerà noi. Siamo stati lavati, santificati, giustificati nel nome di Gesù Cristo.
Le cose che avete imparate,
ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.
Maria Torraco