Meditazione biblica
“Incombe la crisi”, “aumenta la povertà”, “per tutti gli italiani: lacrime e sacrifici”, “le famiglie non ce la fanno più!”. Non c’è che dire: guardare i telegiornali o leggere i quotidiani, ora più che mai, richiede coraggio e doti non comuni di discernimento per non essere sopraffatti dalla paura e dallo scoraggiamento. Quello che stiamo vivendo è un periodo sicuramente non facile, anche se, a leggere tra le righe degli eventi mondiali degli ultimi anni, dovevamo sicuramente aspettarcelo. La Bibbia fa una distinzione netta tra il termine TERRA ed il termine MONDO. La Terra e tutto ciò che contiene è stata creata da Dio ed è di Dio (Genesi: 1:1 e 1:10; Aggeo: 2:8) mentre nel Nuovo Testamento il termine MONDO (Eone in greco) indica il sistema sociale, economico, culturale e, aggiungiamo noi, finanziario che, ci viene spiegato, è regno e preda dell’avversario (Luca: 4:5-6). Questo sistema “mondo” ha le sue origini dalla vicenda conosciutissima della torre di Babele. All’improvviso (Genesi: 10:8) appare un tizio, Nimrod (il cui nome è tutto un programma e che significa all’incirca: “scendi da lassù che salgo Io”) che decide di salire al cielo come usurpatore di Dio, costruendo una torre immensa fabbricata con mattoni (notare che non viene usata la pietra i cui pezzi non sono, per natura, mai uguali gli uni agli altri, ma i laterizi che, nella loro uniformità e regolarità, sono il simbolo della spersonalizzazione e della standardizzazione dei nostri tempi) legati con bitume (notare che non viene usata la malta ma una sostanza oscura ed appiccicosa simbolo del materialismo che lega insieme persone senza più individualità’). E’ proprio lui l’artefice del sistema materialistico che vuole fare ogni cosa senza collegamento, dipendenza e collaborazione con la Fonte Suprema di ogni azione e di ogni vita: il sistema che è sorto allora nella terra di Scinar, la Babilonia, è quello stesso che perdura ancora oggi e che ciclicamente scopre il suo vero volto di misero fallimento e fucina di sofferenze. Il trionfo dell’egoismo, della rincorsa sfrenata alla ricerca della felicità nei deserti e nei fuochi gelidi del mondo, la prevaricazione sugli altri, l’individualismo esasperato: tutto questo è l’esatto contrario delle leggi che regolano il Regno di Dio. Qui, se vuoi ricevere amore, lo devi prima dare agli altri; se cerchi la felicità devi fare di tutto per mettere al primo posto l’altrui felicità; se cerchi il benessere materiale devi prima aiutare il prossimo e l’opera di Dio. (Atti: 20:35). Niente di sorprendente, quindi, nel trovarci nelle vicissitudini odierne. Sentiamo continuamente parole che fanno montare la paura? Consideriamo prima di tutto che la paura è una fede al negativo: in quello stato pensiamo e crediamo che esista un potere più grande di quello di Dio, il che è chiaramente un’assurdità oltre che la forma suprema di idolatria. Mentre è la fede assoluta nell’Amore di Dio e della sua misericordiosa sollecitudine, che muove la Sua mano verso di noi (Ebrei: 11:6). Siamo tutti d’accordo che Dio non può mutare o disattendere la parola data. Bene, le prime parole che Adamo ed Eva sentirono dalla voce di Dio, furono parole di benedizione. (Genesi: 1:28). La parola “benedizione” in ebraico è “barakh” che sottintende il significato di “equipaggiare, dare tutto il necessario per.., investire di autorità.” Bella differenza con i titoli del telegiornale, vero? Il genere umano è stato dotato sin dal principio di tutto ciò che è necessario per vivere e prosperare (e non per solo sopravvivere) sulla terra e questa è la volontà di Dio ancora valida per ognuno di noi. Come cristiani (Ebrei: cap. 11 e 12), poi, noi siamo gli eredi delle promesse fatte da Dio ad Abrahamo (Genesi: 17: 6-7 ). Consideriamo poi il fatto che i nostri pensieri sono parole mentali, parole che ci ripetiamo interiormente e di continuo. E’ inutile parlare e pensare continuamente ai pur grandi problemi che l’attuale crisi ci impone all’attenzione: ricordiamo che “morte e vita sono in potere della lingua” (Prov: 18:21) e che dobbiamo riempire la nostra mente con le Verità di Dio per noi (Filippesi: 4:8), che Cristo ci ha ricordato con la Sua vita e le Sue parole, e non con le realtà che ci forniscono i nostri sensi carnali e la nostra esperienza di vita terrena. Non a caso l’etimologia del nome dell’avversario (che deriva dal semitico “shaitan”) è: “colui che allontana” (da Dio e dalle Sue promesse, chiaramente!). Confidiamo, quindi, nell’unico Potere che signoreggia nell’universo: il Salmo 25 al verso 15 recita “I miei occhi sono rivolti del continuo all’Eterno, perché Egli trarrà i miei piedi dalla rete” ed ancora “il mio aiuto viene dall’Eterno che ha fatto i cieli e la terra” (Salmo: 121:2). Il Signore delle galassie ha provveduto per noi un maestoso ed incommensurabile piano di Salvezza in Gesù, che sicuramente non viene meno davanti allo spread od all’aumento della benzina! Riempiamo la nostra mente con le promesse meravigliose di Dio per la nostra vita, proclamiamo e confessiamo con la bocca ciò che Dio dice che noi siamo (Romani: 10:9). Confessare, in greco neotestamentario, è “omologhia” cioè “dire la stessa cosa che..” dire la stessa cosa che Dio dice di noi e delle nostre vite. E l’Eterno non parla a noi di tasse e di aumenti tariffari ma di promesse gloriose e di Salvezza eterna in Cristo Gesù. E’ curioso notare che il termine “salvezza” in greco e’ “soteria” (dalla radice “souzo”) che implica salute, salvezza, prosperità’, liberazione, riscatto, etc.: tutto questo ed anche di più è quello che pensa Dio per noi (Geremia: 29:11). “Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro (mio) bisogno secondo le Sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù.” recita Filippesi: 4:19: questa dovrebbe essere la nostra confessione ogni volta che la paura o le sollecitazioni esterne ci fanno dubitare dell’Amore incondizionato ed assoluto di Dio (vedi anche Zaccaria: 2:8). Tutto ciò non viene da noi ma dallo Spirito Santo che in noi dimora, che ci rammenta di continuo la Sua Santa Parola (sempre che noi riempiamo di Essa il nostro cuore) e che alimenta la nostra fede; e non dobbiamo neanche essere dei giganti della fede, perché la buona notizia è che basta una fede piccola come uno dei più piccoli semi in natura (senape) per vedere le meraviglie di Dio nella nostra vita! (Matteo: 17:20). Ogni gloria a Dio, a Gesù ed allo Spirito Santo! Amen!
Tiziano