Meditazione biblica
UNA GRANDE EREDITA’
“Poiché l’Eterno, il nostro Dio, è quegli che ha fatto salir noi e i nostri padri fuor dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù, che ha fatto quei grandi miracoli dinanzi agli occhi nostri, e ci ha protetti per tutto il viaggio che abbiam fatto, e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati”. (Giosuè 24:17)
Cari fratelli, sorelle ed amici che ci seguite sul web, voglio parlarvi di un argomento molto caro a tutti noi. Nella Parola di Dio troviamo, molto spesso, l’invito a non guardarci indietro ma, con coraggio, veniamo esortati a guardare in avanti, verso ciò che Dio ha preparato per noi. Nel Vangelo di Luca 9:62 Gesù disse: “Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e poi volga lo sguardo indietro è adatto per il Regno di Dio”. Ricordiamoci, a questo proposito, della moglie di Lot che, per aver riguardato indietro, diventò una statua di sale. Questo deve essere un monito per tutti noi anche se, in realtà, esistono delle situazioni per le quali dobbiamo riguardare indietro: tutte le opere che il Signore ha fatto nella nostra vita e che ci aiutano ad avere fede in Dio. Giosuè guardò le grandi cose che Dio aveva fatto, nel passato, per il popolo di Israele al fine di confermargli la chiamata di Dio. Egli ricordò loro come Dio li aveva liberati dall’idolatria e dalla schiavitù e come li aveva guidati alla libertà, verso la grande eredità della terra promessa. Si resero, così, conto di tutto quello che Dio aveva fatto per loro, combattendo al loro posto. “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore del quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati in Cristo Gesù” (Efesini 2:4-5). “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove. E tutto questo vien da Dio che ci ha riconciliati con Sé per mezzo di Cristo e ha dato a noi il ministerio della riconciliazione” (II Corinzi 5:17-18). “Perché mentre eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per i peccatori” (Romani 5:6). Ricordiamoci, cari amici, che la salvezza e tutti i benefici che l’accompagnano, non ci sono stati dati per le nostre buone opere, affinché nessuno si vanti, ma per la grazia di Dio e tramite la fede nel sacrificio di Gesù sulla croce, il quale versò tutto il Suo sangue per la nostra redenzione. Nel momento in cui, con i nostri pensieri, ritorneremo indietro e ci ricorderemo come Dio ci ha tratti fuori dal fango del peccato dove eravamo, ci accorgeremo che il nostro cuore si allargherà e il nostro orizzonte spirituale diventerà molto più ampio e noi potremo dare la gloria a Dio, a Gesù e allo Spirito Santo. Sebbene ognuno di noi, nessuno escluso, abbia offeso il Signore, Egli, per il Suo grande amore, ha continuato a cercarci fino a mandare il Suo Unigenito Figlio Gesù a morire sulla croce per tutti noi. E l’amore è il segno che contraddistingue i figlioli di Dio. In I Giovanni 2:10-11 è scritto: “Chi ama suo fratello rimane nella luce e non c’è nulla in lui che lo faccia inciampare. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi”. Quanto ancora c’è bisogno d’amore fra i credenti! Ed ancora nel Vangelo di Giovanni 13:34-35: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come Io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno che siete Miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”. Sì, la Parola di Dio si racchiude in questo comandamento: “Ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente, e ama il tuo prossimo come te stesso”.
Quello che il Signore ha messo nel mio cuore, cari amici, è che dobbiamo amare i nostri fratelli in Cristo, come il Signore Gesù ci ha insegnato, ma anche tutti coloro che, ancora, non conoscono il Signore. Se leggiamo, ancora, in I Giovanni 4:20 troviamo queste parole: “Se uno dice: “Io amo Dio”, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto”. Rinnoviamoci, allora, nella Parola di Dio, non solo per la conoscenza e la sapienza fine a sé stessa, perché è scritto che la lettera uccide, ma facendoci guidare dallo Spirito Santo che la vivifica, ovvero che la rende viva, vera e forte nei nostri cuori. In questo modo potremo vivere, con una freschezza nuova, il valore della Parola di Dio e comprendere quanto sia preziosa! Potremo fare quello che fece Giosuè, se permetteremo alla Parola di entrare nei nostri cuori e di governare i nostri pensieri, le nostre parole e la vita di tutti i giorni. Giosuè morì quel giorno stesso ma trasmise un’eredità che continuò per molte generazioni.
Cari nel Signore e amici che ci seguite nel web, i tempi sono molto difficili, l’avversario delle nostre anime sta combattendo strenuamente tutte le sue battaglie ma noi continuiamo a sperare nel nostro Dio, l’alfa e l’omega, ed a confidare in Gesù che, per noi, ha vinto morendo sulla croce.
A Dio solo sia la gloria in eterno.
Pastore Giuseppe Tramentozzi