A CHI RINUNZIERAI
… a te stesso o al Signore?


"Se uno vuole venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda ogni giorno
la sua croce e mi seguiti"
 Luca 9:23
Rinunziare a se stessi e prendere la propria croce non è un discorso secondario.
É assolutamente necessario per divenire , o continuare ad essere un discepolo di Gesù; se non pratichiamo a rinunzia di noi stessi non siamo suoi discepoli. É inutile cercare di seguire Colui che è stato crocifisso senza voler portare giornalmente la nostra croce. Fintanto che non rinunzieremo a noi stessi sarà impossibile non rinunziare al Signore.
Molti che hanno scritto sulla rinunzia di se stessi (alcuni anche grossi volumi), sembra che non abbiano alcun intendimento sul soggetto… o non potevano spiegarlo ad altri, o non sapevano fino a che punto parlarne, e non ne avvertivano l'assoluta necessità. Alcuni ne parlano in un modo così tenebroso e mistico che la maggior parte degli uomini non riesce a capire cosa significhi.
John Wesley
Altri parlano molto chiaramente della necessità della rinunzia di se stessi, ma non spiegano mai nei dettagli che cosa si deve fare. E se alcuni di loro sono specifici, parlano solo di cose, come il sopportare l'imprigionamento o le torture, abbandonare case o terreni, mogli o mariti, figli o anche la vita stessa. Ma la maggioranza di noi non siamo chiamati a sopportare queste cose per il Vangelo, a meno che Dio non permetta di nuovo tempi di persecuzione pubblica.

Una scalata
Cosa significa per l'uomo "rinunziare a se stesso e prendere la sua croce ogni giorno"? Questo è qualcosa di così importante da comprendere, perché molti nemici potenti si oppongono a questa dottrina cristiana più che a ogni altro aspetto della nostra vita spirituale. Tutti i nostri sentimenti naturali si ergono contro qualsiasi tipo di rinunzia a se stessi, e immediatamente cerchiamo delle ragioni per esonerarci dal farlo. Coloro che amano il mondo odiano anche sentirne solo parlare. Il grande nemico delle nostre anime, sapendo bene la piena importanza di questo, cerca di metterci una pietra sopra.
Ma questo non è tutto, anche le persone che si sono scrollate di dosso il giogo del diavolo e che hanno avvertito l'opera di Dio nei loro cuori, sembra non sappiano molto su questa dottrina centrale del cristianesimo. Altri sono così profondamente e totalmente ignoranti a riguardo, come se nella Bibbia non ne fosse menzionata una singola parola; ma la rinunzia a se stessi è qualche cosa sulla quale il nostro Maestroinsiste.
Alcuni ne sono ancora più lontani, avendo sviluppato un forte pregiudizio, hanno preso questa idea dai "cristiani" superficiali a cui piacciono le cose comode di questa vita e non vogliono le cose di Dio, a parte la sua potenza. Non è abbastanza per un ministro del Vangelo il non opporsi alla dottrina della rinunzia a se stessi. Se vuole essere puro del sangue di tutti gli uomini, egli deve parlarne spesso, mostrandone la necessità nel modo più chiaro e forte. Vedete come si è in costante pericolo di essere ingannati o ridicolizzati, fuori da questo importante comandamento di Gesù, da parte di falsi insegnamenti o falsi credenti? In contrapposizione, un buon intendimento di ciò che significa rinunziare a se stessi è di tremenda necessità, e una volta che se ne conosce il significato bisogna imparare a praticarlo come stile di vita.
Tutte le cose che ci trattengono dall'essere a posto con Dio o a crescere nel Signore possono essere riportate a queste parole: o non rinunzieremo a noi stessi, o non prenderemo la nostra croce. Lasciate che una profonda preghiera accompagni ciò che state per leggere, e che questo possa essere scritto nei vostri cuori dal dito di Dio per non essere mai più cancellato.
Cercherò di mostrare: primo cosa significa per un uomo rinunziare a se stesso e prendere la sua croce; e secondo, mostrare che se qualcuno non è pienamente un discepolo di Cristo è perché non ubbidisce a questo comandamento di Gesù.

1. La rinunzia di se stessi
Cos'è la rinunzia di se stessi? Come rinunziamo a noi stessi? E perché dobbiamo? La rinunzia di noi stessi è semplicemente rinnegare, o rifiutarsi di seguire la propria volontà, essendo convinti che la volontà di Dio è l'unica vera via.
La prima ragione per la quale Dio dovrebbe essere il completo controllo della nostra vita, anziché noi, è perché Lui ci ha fatti: "Egli è quel che ci ha fatti e non noi stessi". (Salmo. 100:3). É soltanto un risultato naturale della relazione dell'uomo col Suo creatore. Se la volontà di Dio è quella giusta in ogni cosa, grande e piccola, ne segue che non dovremmo mai andare per la nostra via in nessuna cosa. La rinunzia a se stessi è vera tanto per gli angeli in cielo quanto lo è per l'uomo.
La seconda ragione per la quale Dio deve essere il completo controllo della nostra vita è per le condizioni in cui si trova l'umanità sin dalla caduta nel peccato. La nostra volontà tende ad indulgere verso i nostri desideri naturali, ma il piano e il desiderio di Dio è che noi resistiamo e vinciamo questa tentazione, non qualche volta e solamente in alcune cose, ma tutte le volte e in tutte le cose. Lasciatemelo illustrare: La volontà di Dio è come una via che porta diritti a Dio. La volontà dell'uomo, che una volta correva parallela a questa, è ora un altra via, che corre al lato opposto e porta lontani da Dio. Se camminiamo su una via, dobbiamo lasciare l'altra… non possiamo camminare su entrambe nello stesso tempo. È impossibile all'uomo seguire la propria volontà e la volontà di Dio. Bisogna scegliere o una o l'altra: o rinunziare alla volontà di Dio per seguire la propria, o rinunziare a se stessi per seguire la volontà di Dio. Senza dubbio per un tempo è più piacevole seguire la propria volontà e i propri desideri. Ma seguendo i nostri desideri in ogni cosa, rinforziamo la ribellione nei nostri cuori, perciò mangiando il cibo che ci piace a volte aumentiamo una malattia nel corpo. Soddisfa il nostro gusto ma ci rende più malati; porta piacere ma porta anche alla morte. Riepilogando allora, Rinunziare a noi stessi è abbandonare la nostra volontà (non importa quanto vogliamo la nostra via) ogni volta che non coincide con la volontà di Dio. È negare a noi stessi ogni piacere che non viene da Dio, o che non porta a Dio.

Prendere la propria croce
Cosa significa nella vita giornaliera prendere la propria croce? Dobbiamo scoprirlo, perché chiunque vuole seguire Cristo non deve solo rinunziare a se stesso ma deve anche prendere la sua croce. Prendere la nostra croce significa fare qualsiasi cosa che va contro ciò che noi sceglieremmo fare. Allora prendere la nostra croce è un pò più difficile che rinunziare a se stessi. Si alza ad un livello più alto ed è più difficile per la carne e il sangue. Anche se a volte è difficile rinunziare al proprio piacere, è più semplice fare questo che caricarci delle difficoltà e sopportare il dolore.
Ora nel correre "la corsa che ci sta dinnanzi" secondo la volontà di Dio, molte volte incontriamo una croce sulla strada. La croce non è soltanto qualcosa che non ci porterà nessun piacere, ma qualcosa che è un peso e un dolore. Prendere la nostra croce non è solamente negare a noi stessi qualcosa di piacevole, ma è non permettere a qualcosa di non piacevole di entrare nella nostra vita. Cosa facciamo quando incontriamo questa realtà? La scelta è semplice: o prendiamo la nostra croce, o ci voltiamo dalla via di Dio
Per riallineare le nostre vite ed essere ciò che il Signore intendeva per noi originalmente, è spesso necessario cavare un occhio, per modo di dire, o tagliare la mano destra. Siamo cosi attaccati a certe abitudini peccaminose che non possiamo esserne se non attraverso un intenso dolore. Il Signore allora purifica l'anima come un fuoco affinatore, per bruciare tutte le impurità. Fa male è vero, ma deve essere così, perché l'anima non può passare attraverso il fuoco senza dolore.

Il Buon Dottore
Se Dio ci ha fatto attraversare qualche tipo di dolore è solo per guarirci. Gesù è il grande Dottore e lui taglia via ciò che è infetto e marcio, per conservare la parte buona. Se noi liberamente sceglieremmo la perdita di un membro inutile, piuttosto che far perire tutto il corpo, quanto più dovremmo preferire, figurativamente, il tagliare un braccio, invece di mandare tutta l'anima all'inferno!
Quando il nostro Signore disse al giovane ricco, "vai e vendi i tuoi béni e donali ai poveri" (sapendo che questo era l'unico modo per guarire la sua avarizia), il solo pensiero diede tanto dolore al giovane "che se ne andò turbato" (Marco. 10:22) Scelse di abbandonare la sua parte in cielo piuttosto che abbandonare le sue possessioni sulla terra. Questo era un dolore che lui non era disposto a sopportare. Una croce che non voleva portare. E in un modo o nell'altro, ogni seguace di Cristo certamente dovrà prendere la sua croce ogni giorno.
Prendere la nostra croce non significa letteralmente strapparci la carne, indossare dei vestiti scomodi, esporci a estremo caldo o freddo, o fare qualsiasi altra cosa che potrebbe danneggiare la salute dei nostro corpo. Significa invece abbracciare la volontà di Dio, anche se potrebbe essere completamente diversa da ciò che noi vogliamo. Significa scegliere ciò che è buono, anche se potrebbe essere una medicina amara. Significa accettare liberamente difficoltà, prove, afflizioni passeggere di qualunque tipo, mentre camminiamo sul sentiero della vita eterna.

2. Autoindulgenza
Secondo, voglio mostrare che è sempre la mancanza di rinunzia a se stessi o del prendere la croce che porta uno a non seguire Cristo o essere completamente suo discepolo.
Lasciami spiegare ciò che voglio dire con alcuni esempi:
Cinque tipi di persone
l. Il primo tipo di persona ascolta la Parola che può salvare la sua anima. Gli piace ciò che sente, riconosce la verità e il suo cuore è toccato, ma ancora rimane morto nel suo peccato, insensibile e addormentato. Perché non vuole lasciare il peccato che ama, anche se sa che questo è chiaramente odiato dal Signore. È venuto ad ascoltare pieno di concupiscenza e desideri impuri e se ne va nello stesso modo, perché lui non rinunzierà mai a queste cose.
Questo uomo non si sveglia neanche se la tromba suona.
2. Il secondo tipo di persona comincia a svegliarsi e i suoi occhi si aprono un pò. È compunto dallo Spirito di Dio e riceve la verità, ma la convinzione perde il suo effetto e i suoi occhi si chiudono di nuovo. Perché sprofonda di nuovo nel sonno della morte? Perché continua ad afferrarsi al peccato che ama. Beve di nuovo del piacevole veleno. Anche se comincia a svegliarsi, non ha convinzione profonda. Perciò è impossibile che qualsiasi lavoro duraturo possa essere fatto nella sua vita perché lui non vuole rinunziare a se stesso.
3. Il terzo uomo si è svegliato veramente. le cose che Dio gli ha mostrato non passano via, le impressioni sono profonde e durature, ma ancora non si sente in pace con Dio, anche se veramente lo desidera. Ora, perché succede questo? E perché non porta frutto di ravvedimento. Non "cessa di fare il male" per "imparare a fare il bene" seconda la grazia ricevuta. Queste persone non abbandonano completamente le loro abitudini peccaminose o continuano ad evitare di fare il bene che dovrebbero fare, perché è qualcosa che non vogliono fare. Quindi non arrivano mai al punto di avere la fede che salva, perché non vogliono rinunziare a se stessi né prendere la propria croce.
4. La quarta persona è qualcuno che ha gustato "il dono divino e le potenze del mondo a venire". La pace che sorpassa ogni intelligenza ha governato il suo cuore e la sua mente e l'amore di Dio è stato versato nel suo cuore dallo Spirito Santo, ma ancora è debole, di nuovo ama le cose del mondo e le desidera di più delle cose che non si vedono; l'occhio della sua comprensione si è chiuso e di nuovo non riesce a vedere Colui che è invisibile. Il suo amore si è raffreddato e la pace di Dio non governa il suo cuore. E non è una sorpresa, perché ha dato di nuovo posto al diavolo e ha contristato lo Spirito Santo. È di nuovo tornato a qualche peccato piacevole; forse non con qualche atto esteriore, ma nel suo cuore. Egli ha lasciato posto all'orgoglio, all'ira, alla concupiscenza, o alla sua volontà e alla testardaggine. Forse non ha ravvivato il dono di Dio che era nel suo cuore, ma si è dato alla pigrizia spirituale e non vuo1e preoccuparsi più di "orare in ogni tempo, per lo Spirito, con ogni sorta di preghiere e di supplicazioni…vegliando con ogni perseveranza." (Efesini.6:18). Ecco ciò che è accaduto: la sua fede ha fatto naufragio per non aver rinunziato a se stesso e non aver preso la sua croce ogni giorno.
5. Il quinto tipo di persona non ha fatto naufragio nella sua fede. Egli ha ancora una misura di Spirito d'adozione, che continua a testimoniare al suo spirito che lui è un figlio di Dio, ma ancora non sta "andando verso la perfezione". Non è più come era una volta, affamato ed assetato di giustizia, come la cerva che agogna l'acqua. Invece è stanco ed esausto nella sua mente, oscillando tra la vita e la morte.
Perché è in questo stato? Perché ha dimenticato la Parola di Dio: "Abramo nostro padre non fu egli giustificato per le opere…" (Giacomo.2:21-22) Insomma, egli non è diligente nell'opera di Dio. Non continua nella preghiera (sia personale che collettiva), nel contatto con Gesù, nella meditazione della Parola di Dio, e non pratica il digiuno e la comunione fraterna. E perché non continua nella preghiera? Perché in tempi di siccità è una noia e gli dà fastidio. Egli non è zelante nell'aiutare gli altri. Non serve con fervore il Signore, facendo del bene al prossimo in ogni modo a lui possibile. Non continua ad afferrarsi a Dio per ogni opportunità, ma preferisce dormire, o forse dice: fa troppo freddo, è buio e piove. Perché non nutre gli affamati e veste gli ignudi? Perché forse gli costerà i propri vestiti, o dovrà usare del cibo meno costoso per se stesso. Tra l'altro, visitare gli ammalati e coloro che sono in prigione coinvolge una serie di circostanze scomode. E così per il resto delle opere spirituali, come la correzione per esempio.
Lui non aiuta il prossimo perché si vergogna di correggerlo e ha paura di essere messo in ridicolo o essere esposto ad inconvenienti peggiori. La sua fede quindi non è resa perfetta e non può maturare, perché non rinunzia a se stesso e non prende la sua croce ogni giorno. Stanco di trascinare la croce, egli cessa di protendersi verso la meta della superna vocazione di Dio in Cristo Gesù.

Conclusione
Possiamo vedere che se un uomo non segue completamente il suo Signore è sempre perché non vuole rinunziare a se stesso e prendere la sua croce. Per questa ragione non diventa un vero discepolo di Cristo. Per questa stessa ragione, molte persone che una volta erano luci risplendenti hanno perso luce e calore. Non hanno valutato la rinunzia di se in tutta la sua importanza, né si sono presi il fastidio di praticarla.
Infine assicuriamoci di applicare questo alla nostra anima. Meditiamo su questo nel segreto, prendiamolo a cuore! Assicuriamoci non solo di comprenderlo interamente, ma di ricordarcelo fino alla fine. Gridiamo al forte per forza, affinché possiamo praticarlo appena l'abbiamo compreso! Cominciando da adesso, mettiamolo in pratica nelle mille occasioni che ci vengono presentate nella vita! Mettiamolo in pratica ogni giorno, senza interruzioni, dal momento in cui mettiamo mano all'aratro perseverando sino alla fine. Quando il nostro spirito tornerà a Dio.
John Wesley:
Visse nel 1700 e fu il predicatore più famoso d'Inghilterra.
I suoi scritti e le sue prediche, la sua vita e il suo ministerio hanno avuto un tremendo impatto sulla chiesa. Egli viaggiò 400 mila chilometri in quarant'anni; predicò 40 mila sermoni; scrisse 400 libri; conosceva 10 lingue. A 83 anni era infastidito perché non poteva scrivere più di 15 ore al giorno senza che i suoi occhi gli facessero male, a 86 anni si vergognava perché non poteva predicare più di due volte al giorno.
Nel suo diario si lamentava del fatto che notava una crescente tendenza di rimanere a letto fino alle ore 5.30 del mattino.