Pace a tutti! Mi chiamo Luca, ho ventuno anni e vivo a Salerno da circa 7 mesi. Vorrei brevemente raccontarvi ciò che il Signore ha fatto nella mia vita al fine di incoraggiarvi a
cercare e a conoscere l'Iddio vivente e vero. Sono nato in una famiglia di fede evangelica pentecostale, i miei genitori mi
hanno dato, sin da piccolo, insegnamenti riguardanti la fede in Cristo Gesù e la Sua opera di salvezza. Questo ha permesso che in me nascesse quel timor di Dio che mi ha preservato da
qualsiasi spiacevole esperienza. L'influenza dei miei genitori è stata molto forte per me, anche perché mio padre è pastore evangelico e, insieme a loro, ho frequentato assiduamente
le riunioni di culto. Il desiderio di fare le mie esperienze nella vita, quelle esperienze che tanto ammiravo negli altri, mi allontanava sempre di più dal Signore fino a quando sono
diventato un religioso perfetto.
Sapete chi è un religioso perfetto? È una persona che frequenta una determinata chiesa, crede quello che credono tutti, ma non ha realizzato la stessa esperienza di molti. Così ero diventato. Non ho mai realmente abbandonato le riunioni di culto, tuttavia mentalmente e spiritualmente ero lontano. La mia vita seguiva il suo corso naturale fino a quando, sono stato stravolto, o meglio dire travolto, da uno di quegli eventi che non si possono controllare, cose tristi che fanno parte, purtroppo, della nostra vita. Avevo diciassette anni ancora da compiere, era una delle solite mattine domenicali quando i miei genitori insieme a mio fratello stavano andando in chiesa. A causa di un'altra auto furono coinvolti in un'incidente che causò la morte di mio fratello, mentre i miei genitori ne uscirono illesi. Non voglio tanto soffermarmi sui particolari dell'incidente, quanto su quello che causò in me questo tragico evento. In quel momento mi cadde il mondo addosso. Ero disorientato, non riuscivo a pensare che in quel momento la mia vita fosse reale. Ricordo però che nei miei genitori non c'era la disperazione, ma una grande sottomissione alla volontà di Dio. Questa per me fu un'autentica testimonianza della fede dei miei genitori, infatti normalmente in queste situazioni la disperazione prende il sopravvento, ma nella mia casa quella domenica mattina erano abbondati le consolazioni di Dio.
Fu però, per me, un periodo bruttissimo, tanto che iniziò a nascere dentro di me un forte senso di paura e di insicurezza. Iniziai ad avere paura della morte, della fine che avrei fatto se il Signore mi avesse chiamato a sé. Non riuscivo a capire perché era capitato tutto questo. Tante domande affollavano la mia testa. Eppure, pensavo, i miei genitori servono Dio, lo onorano in tanti modi ma Egli non ci ha risparmiato niente. Fu un momento davvero triste che portò a far nascere in me il desiderio di quella pace che non avevo mai realmente realizzato, ma che ero certo esistesse. Anche quell'estate frequentai un turno di campeggio come ero solito fare ogni anno. Lo feci pensando di allontanarmi da tutto ciò che rinnovava in me quel profondo dolore e quel vuoto che si era creato nella mia famiglia per la mancanza di Marco. Superato il primo impatto imbarazzante con gli amici, durante tutti i culti ai quali partecipavo tutto proseguiva normalmente. Nella mia vita già mi era capitato di sentire la benedizione di Dio e in particolare lì, dove nei culti il Signore benediceva tanti e benediceva anche me.
Ma l'ultima sera fu diverso. Non seguii molto la predicazione del fratello, ero tanto preso dalla stanchezza che mi calava un po' il sonno. Durante la preghiera iniziai ad avvertire il bisogno pressante di desiderare la salvezza dell'anima mia e così cominciai a pregare. Fu fatto un appello per la salvezza e andai avanti. Ero un po' incredulo ma il Signore conosceva il mio bisogno meglio di quanto io pensassi. Pregai semplicemente dicendo: «Signore, salva la mia vita e donami la tua pace». Il Signore non si fece attendere, in quell'istante mi riempì della sua presenza e perdonò tutti i miei peccati. Quando tornai nella stanza, al termine del culto, avevo come la sensazione che qualcuno mi avesse tolto un peso dalle spalle. Si! Era il mio Gesù che aveva perdonato i miei peccati. Egli riempì il mio cuore della sua pace e allontanò dalla mia vita la paura della morte.
Da quel giorno la mia vita cambiò. Realizzai che l'esperienza raccontatami dai miei genitori era reale e alla portata di tutti. I problemi non erano finiti ma ora non ero più solo. Ora riuscivo a vedere la sua volontà nella mia vita e in quella della mia famiglia. Da quel momento posso testimoniare che Egli è stato sempre fedele con me e che non mi ha mai abbandonato. Certo le prove nella vita non mancano mai, ma «...noi siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati» (Rif. Romani 8:37).
Luca S.
Sapete chi è un religioso perfetto? È una persona che frequenta una determinata chiesa, crede quello che credono tutti, ma non ha realizzato la stessa esperienza di molti. Così ero diventato. Non ho mai realmente abbandonato le riunioni di culto, tuttavia mentalmente e spiritualmente ero lontano. La mia vita seguiva il suo corso naturale fino a quando, sono stato stravolto, o meglio dire travolto, da uno di quegli eventi che non si possono controllare, cose tristi che fanno parte, purtroppo, della nostra vita. Avevo diciassette anni ancora da compiere, era una delle solite mattine domenicali quando i miei genitori insieme a mio fratello stavano andando in chiesa. A causa di un'altra auto furono coinvolti in un'incidente che causò la morte di mio fratello, mentre i miei genitori ne uscirono illesi. Non voglio tanto soffermarmi sui particolari dell'incidente, quanto su quello che causò in me questo tragico evento. In quel momento mi cadde il mondo addosso. Ero disorientato, non riuscivo a pensare che in quel momento la mia vita fosse reale. Ricordo però che nei miei genitori non c'era la disperazione, ma una grande sottomissione alla volontà di Dio. Questa per me fu un'autentica testimonianza della fede dei miei genitori, infatti normalmente in queste situazioni la disperazione prende il sopravvento, ma nella mia casa quella domenica mattina erano abbondati le consolazioni di Dio.
Fu però, per me, un periodo bruttissimo, tanto che iniziò a nascere dentro di me un forte senso di paura e di insicurezza. Iniziai ad avere paura della morte, della fine che avrei fatto se il Signore mi avesse chiamato a sé. Non riuscivo a capire perché era capitato tutto questo. Tante domande affollavano la mia testa. Eppure, pensavo, i miei genitori servono Dio, lo onorano in tanti modi ma Egli non ci ha risparmiato niente. Fu un momento davvero triste che portò a far nascere in me il desiderio di quella pace che non avevo mai realmente realizzato, ma che ero certo esistesse. Anche quell'estate frequentai un turno di campeggio come ero solito fare ogni anno. Lo feci pensando di allontanarmi da tutto ciò che rinnovava in me quel profondo dolore e quel vuoto che si era creato nella mia famiglia per la mancanza di Marco. Superato il primo impatto imbarazzante con gli amici, durante tutti i culti ai quali partecipavo tutto proseguiva normalmente. Nella mia vita già mi era capitato di sentire la benedizione di Dio e in particolare lì, dove nei culti il Signore benediceva tanti e benediceva anche me.
Ma l'ultima sera fu diverso. Non seguii molto la predicazione del fratello, ero tanto preso dalla stanchezza che mi calava un po' il sonno. Durante la preghiera iniziai ad avvertire il bisogno pressante di desiderare la salvezza dell'anima mia e così cominciai a pregare. Fu fatto un appello per la salvezza e andai avanti. Ero un po' incredulo ma il Signore conosceva il mio bisogno meglio di quanto io pensassi. Pregai semplicemente dicendo: «Signore, salva la mia vita e donami la tua pace». Il Signore non si fece attendere, in quell'istante mi riempì della sua presenza e perdonò tutti i miei peccati. Quando tornai nella stanza, al termine del culto, avevo come la sensazione che qualcuno mi avesse tolto un peso dalle spalle. Si! Era il mio Gesù che aveva perdonato i miei peccati. Egli riempì il mio cuore della sua pace e allontanò dalla mia vita la paura della morte.
Da quel giorno la mia vita cambiò. Realizzai che l'esperienza raccontatami dai miei genitori era reale e alla portata di tutti. I problemi non erano finiti ma ora non ero più solo. Ora riuscivo a vedere la sua volontà nella mia vita e in quella della mia famiglia. Da quel momento posso testimoniare che Egli è stato sempre fedele con me e che non mi ha mai abbandonato. Certo le prove nella vita non mancano mai, ma «...noi siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati» (Rif. Romani 8:37).
Luca S.