“un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede” Atti 11:24


Analizziamo alcuni aspetti della vita ripiena dello Spirito Santo e di fede attraverso questo credente, Barnaba e di come manifestò fin dall’inizio attitudini, doti peculiari che ogni figliolo di Dio deve possedere.

     Il suo carattere Atti 4:36 “Or Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che tradotto vuoi dire: Figlio di consolazione), Levita, cipriota di nascita”.
Non c’è migliore presentazione di questo bellissimo versetto, riguardo a Barnaba. Il significato del suo nome è“Figliuolo di Consolazione”, dal greco PARAKLESIS, da PARAKALEO = chiamare vicino, invitare, coinvolgere, confortare, esortare, curare, pregare.
I suoi genitori gli posero nome Giuseppe, ma quelli che lo conobbero da vicino ed ebbero comunione con lui, pensarono: Dobbiamo dargli un altro nome. Dovunque andò, ebbe l’abilità e la grazia di sollevare lo spirito dei suoi fratelli, e fu così che Luca scrisse: “Giuseppe soprannominato dagli apostoli Barnaba (il che interpretato vuol dire figliuol di consolazione) Atti 4:36.
La chiesa oggi ha bisogno di molti di questi uomini!

     La sua generosità. Così “Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba… avendo un campo, lo vendé e portò i denari e li mise ai piedi degli Apostoli” Atti 4:36,37.
Un primo frutto concreto della conversione: la rinuncia a se stesso, la bontà dell’animo, un gesto che concretizza una conversione vera e non falsa, una conversione che aveva già trasformato il suo cuore rendendolo generoso!
Un uomo generoso è uno che non pensa solo a sé stesso, ma anche al bene degli altri e che grazie alle proprie risorse provvede a coloro che si trovano nel bisogno.
Fu certamente uno dei primi a disfarsi di una proprietà immobiliare di un certo valore per amore dei suoi fratelli, ma questo gesto, che certamente gli aveva fatto guadagnare la stima dei credenti, fu oggetto di invidia, gelosia e forse anche odio da parte di Anania e Saffira, dei quali si parla subito dopo.
Quale contrasto tra costoro e Barnaba! La generosità sincera di questo umile cristiano in contrapposizione con l’ipocrisia e la menzogna di quella coppia sciagurata!
Comprendiamo quindi che egli aveva come caratteristica la disponibilità per il prossimo; era pronto a portare aiuto agli altri e penso proprio che per questo motivo, gli Apostoli lo chiamarono “Barnaba”, ossia, come già detto, “figlio o apportatore di consolazioni”.
Barnaba è un esempio per la posterità Giov. 3:16-18 “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l’amore di Dio essere in lui? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità”.

     La sua sensibilità spirituale: intercedendo a favore di un recente convertito Atti 9:26, 27 "Quando fu giunto a Gerusalemme, tentava di unirsi ai discepoli; ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo. Allora Barnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli, e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come a Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù”.

Barnaba e Paolo
È comprensibile che i discepoli sospettino di lui. Era stato un acerrimo nemico del cristianesimo, pronto a coprire qualsiasi distanza pur di raggiungere le località dove si trovavano dei credenti, per imprigionarli e distruggere quella che credeva essere “una nuova setta”. Ed eccolo che ora professava di essere come loro e desiderava unirsi alle loro comunità.
C’era bisogno di un intermediario, e questo fu Barnaba. Nonostante che questo recente convertito ebbe un passato ed una condotta di odio verso i credenti Gal. 1:13 “Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato, quand’ero nel giudaismo; come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo”; Atti 8:3 “Saulo intanto devastava la chiesa, entrando di casa in casa; e, trascinando via uomini e donne, li metteva in prigione”.
Dio stesso gli aveva rivelato, per mezzo del colloquio che aveva avuto a tu per tu con Paolo che la conversione di quest’ultimo era sincera e vera.
Barnaba essendo ripieno dello Spirito Santo “discerneva gli spiriti”.

Egli dunque assume l’incarico di “presentatore, difensore e garante” di Paolo presso i cristiani di Gerusalemme, portando loro certamente gioia, consolazione e serenità.
Questa sensibilità di Barnaba fu utile per il progresso della Chiesa. La sua mediazione fu utile per l’accoglienza di Paolo da parte dei discepoli, con ripercussioni positive sull’opera del Signore. Atti 9:28,31 “Da allora, Saulo andava e veniva con loro in Gerusalemme, e predicava con franchezza nel nome del Signore;… Così la chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria, aveva pace, ed era edificata; e, camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, cresceva costantemente di numero”.
In un certo senso si può dire che Dio usò Barnaba per fare di Paolo ciò che egli divenne più tardi. Col suo contributo, Paolo uscì dall’oscurità e venne ad occupare un posto di primaria importanza.

     La sua disponibilità incondizionata ad incoraggiare, esortare e insegnare Atti 11:22, “La notizia giunse alle orecchie della chiesa che era in Gerusalemme, la quale mandò Barnaba fino ad Antiochia…”.
La chiesa stava aprendo le sue frontiere ai pagani, alcuni coraggiosi cominciarono ad evangelizzare i greci. Le notizie corsero veloci molti avevano creduto al Signore: Pietro e gli anziani cercano una persona di “grande fiducia e stima” da inviare ad Antiochia per verificare e incoraggiare quest’opera nascente.
Ci voleva una persona di fiducia perché:

  • 1. Era la prima volta che il vangelo viene predicato ai Greci.
  • 2. C’era il pericolo dei Giudei fanatici
  • 3. pericolo da parte di coloro che non erano d’accordo.
  • 4. C’era da organizzare riunioni e culti tra i greci
  • 5. Bisognava cercare di far intendere i Giudei cristiani con i greci nuovi.

Barnaba dimostra di essere la persona adatta per quanto sopra esposto, la sua azione si svolge in queste direzioni Atti 11:23-24 “Quand’egli giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò, e li esortò tutti ad attenersi al Signore con cuore risoluto, perché egli era un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla molto numerosa fu aggiunta al Signore”.
Il breve racconto della sua reazione non differisce da ciò che ci saremmo aspettati da quest’uomo di Dio.

     Barnaba non va a Gerusalemme, ma la fede lo spinge di nuovo a cercare Paolo: egli credeva fermamente nella chiamata che Dio aveva rivolto all’uomo di Tarso e qui viene confermato ancora una volta che egli stesso fu lo strumento di avvio alla missione dell’apostolo delle genti Atti 11:25, 26 “Poi Barnaba partì verso Tarso, a cercare Saulo; e, dopo averlo trovato, lo condusse ad Antiochia. Essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa, e istruirono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani”.

     C’era un’altra grande responsabilità; inviare una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea. Occorreva una persona di fiducia e coraggiosa. I pericoli di tale missione erano tanti: come eventuali attacchi durante il viaggio da parte di briganti, in ogni modo la missione doveva essere portata a termine infatti era in ballo l’assistenza materiale dei propri fratelli! Chi scelsero? Barnaba. Atti 11:29, 30 “I discepoli decisero allora di inviare una sovvenzione, ciascuno secondo le proprie possibilità, ai fratelli che abitavano in Giudea. E così fecero, inviandola agli anziani, per mezzo di Barnaba e di Saulo”.

     La sua disponibilità nel lavoro evangelistico. Fu designato dallo Spirito Santo, insieme con Paolo, a svolgere un importante lavoro missionario.
Rispose con prontezza. Atti 13:2-3 ”Mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato, pregato e imposto loro le mani, li lasciarono partire…”. Quale onore essere scelti non dall’uomo ma dallo Spirito Santo. Fu compagno di Paolo nel suo primo viaggio evangelistico.

     La sua disponibilità a combattere il buon combattimento anche la persecuzione. A Cipro Atti 13:8 “Ma Elima, il mago (questo è il significato del suo nome), faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede”.

     In Antiochia di Pisidia Atti 13:45-46 “Ma i Giudei, vedendo la folla, furono pieni di invidia e, bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo. Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunziasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri”.
Barnaba usa gentilezza, non sparla di nessuno durante la predicazione, non usa nessuno come cavia, ci troviamo di fronte ad un vero profeta che esorta con dolcezza e con determinazione conoscendo i bisogni del suo uditorio!
Atti 13:50-52 “Ma i Giudei istigarono le donne pie e ragguardevoli e i notabili della città, scatenando una persecuzione contro Paolo e Barnaba, che furono cacciati fuori dal loro territorio. Allora essi, scossa la polvere dei piedi contro di loro, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo”.
Un comportamento esemplare lo caratterizza, vedendo l’insistenza a rigettare la parola del Signore egli insieme a Paolo non insiste, non disputa, non fa delle arringhe ma va in un altro posto! perché lo Spirito Santo ha per noi riservato sempre un’altro posto!
Per allegrezza non intendiamo risate sguaiate oppure sorrisi audaci, ma solo una grande pace dell’anima, una grande serenità e una gioia celestiale perché Dio era con loro! Un vero comportamento di fede!

     Ad Iconio Atti 14:1-4 “Anche a Iconio Paolo e Barnaba entrarono nella sinagoga dei Giudei e parlarono in modo tale che una gran folla di Giudei e di Greci credette. Ma i Giudei che avevano rifiutato di credere aizzarono e inasprirono gli animi dei pagani contro i fratelli. Tuttavia rimasero là per molto tempo, predicando con franchezza e confidando nel Signore che rendeva testimonianza alla Parola della sua grazia e concedeva che per mano loro avvenissero segni e prodigi. Ma la popolazione della città era divisa: gli uni tenevano per i Giudei, e gli altri per gli apostoli”.
Barnaba parla con la stessa potenza di Paolo, agisce con Paolo, insieme a Paolo lo aiuta in tutto e in modo evidente nella predicazione! Egli agisce senza ombra di invidia o gelosia ma solo con un vero spirito fraterno di cui abbiamo tanto bisogno oggi!

     “In modo tale che una gran folla… credette”: questa frase ci fa capire come Barnaba fosse esemplare nella predicazione, egli parlava di Cristo e lo raffigurava perché realmente parlava con il proprio cuore, e mentre parlava non aveva davanti l’uditorio per compiacersi, ma solamente Gesù.

     A Listra Atti 14:11-12 ”La folla, veduto ciò che Paolo aveva fatto, alzò la voce, dicendo in lingua licaonica: «Gli dèi hanno preso forma umana, e sono scesi fino a noi». E chiamavano Barnaba Giove, e Paolo Mercurio, perché era lui che teneva il discorso”.
Barnaba non aveva desiderio di parlare sempre lui o più di Paolo, anzi era felicissimo di dare la precedenza al suo compagno di viaggio, anche se lui era più anziano non vanta pretese ma lascia agire Paolo lo invita a parlare per primo.
Questo gesto è UMILTÁ VERA! Barnaba agisce non per far piacere a Paolo o per farlo contento ma agisce sollecitato dall’amore vero,

da un vero spirito di collaborazione che divide i compiti e che molto volentieri ascolta per imparare!

     Lo vediamo aiutando a risolvere i problemi nella chiesa. Atti 15:1-2 “Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati». E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione”.

I PERICOLI IN AGGUATO

     Il dissenso e separazione. Atti 15:36-41 “Dopo diversi giorni, Paolo disse a Barnaba: «Ritorniamo ora a visitare i fratelli di tutte le città in cui abbiamo annunziato la Parola del Signore, per vedere come stanno». Barnaba voleva prendere con loro anche Giovanni detto Marco. Ma Paolo riteneva che non dovessero prendere uno che si era separato da loro già in Panfilia, e non li aveva accompagnati nella loro opera. Nacque un aspro dissenso, al punto che si separarono; Barnaba prese con sé Marco e s’imbarcò per Cipro; Paolo, invece, scelse Sila e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del Signore. E percorse la Siria e la Cilicia, rafforzando le chiese”.
Il primo viaggio missionario si era concluso felicemente, ma ben presto fra i due uomini che avevano lavorato insieme nasce una discussione. Il loro compagno Giovanni, detto Marco, parente di Barnaba Colossesi 4:10, si era separato da loro quando erano in Panfilia e, forse per timore delle difficoltà e dei pericoli, era tornato a Gerusalemme. Ora, Paolo e Barnaba avevano deciso di ritornare sui loro passi e visitare “i fratelli in ogni città” dove avevano “annunziato la Parola del Signore” Atti 15:36. Barnaba voleva ad ogni costo prendere di nuovo con sé il suo giovane parente, ma Paolo stimava che non dovessero prenderlo; e “ne nacque un’aspra contesa, tanto che si separarono”.
Così la loro amicizia che non era stata oscurata né da egoismo né da idee diverse, si rompe a causa di un legame di parentela.
Sembra un fatto increscioso di incomprensione reciproca tra Paolo e il suo compagno d’opera, Barnaba. Ma penso che dovremmo esaminare l’episodio da un’altra angolazione, cioè dal lato positivo delle cose: noi non conosciamo le vie di Dio.
Da quel dissenso nacque un’altra coppia missionaria. Ci fu un aumento di missionari, e questo dovrebbe farci riflettere. Il Signore trae il buono anche dalle parti nostre meno positive.
Paolo certo pensava di NON fidarsi, forse un atteggiamento troppo duro? Barnaba vede invece in Marco un discepolo ancora da recuperare, e il vangelo 1 Pietro 5:13 che porta il suo nome sembra dar ragione proprio a Barnaba il quale in questo caso probabilmente ha visto più in là di Paolo, dando un’alternativa a suo cugino lo incoraggia a riprendersi portandolo con lui. Ancora una volta Barnaba è uno strumento di riabilitazione e in questo caso la sua azione ha prodotto il Vangelo di Marco che oggi noi possiamo leggere.
Teniamo presente anche che non è stato un litigio con rancore, infatti Paolo in molti punti si congratula con Barnaba e Marco usando grande affetto.
2 Tim.4:11 “Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero”,
1 Cor. 9:6 “O siamo soltanto io e Barnaba a non avere il diritto di non lavorare?”,
Gal. 2:1,9,13 “Poi, trascorsi quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme con Barnaba, prendendo con me anche Tito… riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Cefa e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi… E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia”.
Col. 4:10 “Vi salutano Aristarco, mio compagno di prigionia, Marco, il cugino di Barnaba a proposito del quale avete ricevuto istruzioni; se viene da voi, accoglietelo”.

CONCLUSIONE
Barnaba quindi, fu un uomo di Dio apportatore di “consolazione”, sia dal punto di vista materiale che da quello spirituale, un esempio pieno di insegnamenti per noi.
Quanto gli possiamo somigliare? Possono dire anche di noi “un uomo buono, pieno di Spirito Santo e di fede?”