il pulsante rosso.....
Negli anni cinquanta del ventesimo secolo, mentre in Cina infuriava un'altra ondata di persecuzione, il pastore Li fu arrestato nella provincia meridionale di Guangdong. Fu dichiarato colpevole di ‘attività controrivoluzionarie’ e condannato ai lavori forzati in una miniera di ferro nel più lontano nord-est della Cina. La moglie di Li e i suoi cinque figli, incluso un bambino appena nato, non avevano altro mezzo di sostentamento; essi decisero di unirsi al pastore Li nel suo viaggio di 2000 miglia fino a Heilongjiang, dove forse essi avrebbero potuto visitarlo occasionalmente, e dove avrebbero potuto stargli vicino nel caso fosse stato rilasciato miracolosamente. Vendettero tutto quello che possedevano e comprarono i biglietti per quel viaggio di una settimana sul treno. Quando arrivarono a destinazione, usarono delle vecchie tavole e un telone impermeabile per costruire una fragile capanna sulla strada che conduceva al campo dei lavori forzati. Il pastore Li lavorò come uno schiavo per 14 ore ogni giorno, con scarso cibo e a temperature ben sotto lo zero. Dopo tre mesi morì. Quando la famiglia ebbe la notizia del suo decesso, tutti si disperarono e furono profondamente depressi. Sua moglie non vedeva nessun futuro, e voleva morire. Trascurò terribilmente i suoi figli. Alla fine ella disse ai suoi figli che avrebbe dovuto cercarsi un lavoro. La figlia maggiore disse: ‘No, mamma, tu non puoi andare a lavorare’. Il neonato ha bisogno di te. Lui piange per te tutto il giorno. Andrò io a lavorare’. Quella ragazza dodicenne andò dal Direttore del campo dei lavori forzati, e gli disse: ‘Mio papà fu mandato in questo posto ‘dimenticato da Dio’ a causa del suo amore per Gesù Cristo. Quello fu il suo solo crimine. Egli era un uomo buono, che amava ed aiutava la gente. Ora egli è morto, e noi non abbiamo nè cibo, né soldi e neppure un posto dove vivere. Non possiamo neppure tornare al sud. Vorrei sapere se c’è qualche lavoro che io potrei fare nel campo’. Il Direttore si ricordò del pastore Li, e riconobbe che la bambina era sua figlia. Egli cedette a quel piccolo barlume di compassione che c’era nel suo cuore, e disse: ‘Ho un lavoro per te, ma è noioso, e la paga è scarsa’. Ella accettò immediatamente il lavoro.
Il Direttore la portò al posto dove 3000 prigionieri lavoravano nella miniera di ferro. Egli le disse: ‘Lo vedi quel pulsante rosso? Il tuo lavoro è quello di stare a fianco del pulsante tutto il giorno, e se qualcuno ti dice di premerlo, lo devi premere immediatamente. E’ il pulsante dell’allarme, che fa suonare una sirena sotto terra in profondità. Quando i minatori sentono la sirena, essi escono fuori dalla miniera il più velocemente possibile. Non devi mai premerlo per caso, ma solo quando uno di noi ti dice di farlo’. Così la piccola sorella Li stava a fianco del pulsante giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Lei e la sua famiglia furono ricolmi di gioia quando ella ricevette la sua prima paga, nonostante si trattasse solo di pochi dollari. Un pomeriggio ella sentì all’improvviso una voce che le disse: ‘Premi il pulsante!’ Ella si voltò, cercando di scoprire chi aveva parlato, ma in quel posto non c’era ancora nessuno. Sentì ancora la stessa voce alcuni momenti dopo che le disse: ‘Presto! Premi il pulsante ora!’ Non c’era nessuno che si poteva vedere in quel posto, ed allora lei cominciò a pensare che stava perdendo la testa. Ella doveva premere il pulsante solo in caso di emergenza, e tutto sembrava essere normale. Alcuni secondi dopo, sentì ancora una volta la voce dirle con grande urgenza: ‘Sorella Li, premi il pulsante ora!’ Solo allora ella comprese che era il suo Signore che le stava parlando. Ella non capiva perché doveva premere il pulsante, ma sapeva che doveva ubbidire. La sirena suonò, e 3000 uomini salirono su alla superficie il più velocemente possibile, confusi e curiosi di scoprire che cosa era accaduto. Il Direttore venne correndo dal suo ufficio, chiedendo di sapere perché ella aveva premuto il pulsante. Pochi attimi dopo che l’ultimo prigioniero ebbe lasciato la miniera, la zona fu scossa da un grande terremoto. Tutta la miniera crollò, e fino ad oggi nessuno ha potuto ritornarci. Uno strano silenzio si diffuse quando il terremoto finì, e tutti guardavano a quella fragile figura che aveva premuto il pulsante rosso. Alla fine il Direttore riuscì a domandare: ‘Compagna Li, come …. come hai saputo che dovevi premere il pulsante rosso?’ Li rispose più forte che poteva, dicendo: ‘Il Signore Gesù Cristo mi ha comandato di premere il pulsate rosso. Per tre volte mi ha detto di premerlo prima che io lo premessi. Gesù Cristo è la sola via tramite cui voi potete giungere a conoscere il vero e vivente Dio. Egli vi ama, e vi ha appena dimostrato il suo amore salvando le vostre vite. Voi dovete convertirvi dai vostri peccati e dare le vostre vite a lui!’ Tutti i 3000 prigionieri e il direttore si inginocchiarono e pregarono che Gesù li perdonasse e venisse a vivere nei loro cuori.
Negli anni cinquanta del ventesimo secolo, mentre in Cina infuriava un'altra ondata di persecuzione, il pastore Li fu arrestato nella provincia meridionale di Guangdong. Fu dichiarato colpevole di ‘attività controrivoluzionarie’ e condannato ai lavori forzati in una miniera di ferro nel più lontano nord-est della Cina. La moglie di Li e i suoi cinque figli, incluso un bambino appena nato, non avevano altro mezzo di sostentamento; essi decisero di unirsi al pastore Li nel suo viaggio di 2000 miglia fino a Heilongjiang, dove forse essi avrebbero potuto visitarlo occasionalmente, e dove avrebbero potuto stargli vicino nel caso fosse stato rilasciato miracolosamente. Vendettero tutto quello che possedevano e comprarono i biglietti per quel viaggio di una settimana sul treno. Quando arrivarono a destinazione, usarono delle vecchie tavole e un telone impermeabile per costruire una fragile capanna sulla strada che conduceva al campo dei lavori forzati. Il pastore Li lavorò come uno schiavo per 14 ore ogni giorno, con scarso cibo e a temperature ben sotto lo zero. Dopo tre mesi morì. Quando la famiglia ebbe la notizia del suo decesso, tutti si disperarono e furono profondamente depressi. Sua moglie non vedeva nessun futuro, e voleva morire. Trascurò terribilmente i suoi figli. Alla fine ella disse ai suoi figli che avrebbe dovuto cercarsi un lavoro. La figlia maggiore disse: ‘No, mamma, tu non puoi andare a lavorare’. Il neonato ha bisogno di te. Lui piange per te tutto il giorno. Andrò io a lavorare’. Quella ragazza dodicenne andò dal Direttore del campo dei lavori forzati, e gli disse: ‘Mio papà fu mandato in questo posto ‘dimenticato da Dio’ a causa del suo amore per Gesù Cristo. Quello fu il suo solo crimine. Egli era un uomo buono, che amava ed aiutava la gente. Ora egli è morto, e noi non abbiamo nè cibo, né soldi e neppure un posto dove vivere. Non possiamo neppure tornare al sud. Vorrei sapere se c’è qualche lavoro che io potrei fare nel campo’. Il Direttore si ricordò del pastore Li, e riconobbe che la bambina era sua figlia. Egli cedette a quel piccolo barlume di compassione che c’era nel suo cuore, e disse: ‘Ho un lavoro per te, ma è noioso, e la paga è scarsa’. Ella accettò immediatamente il lavoro.
Il Direttore la portò al posto dove 3000 prigionieri lavoravano nella miniera di ferro. Egli le disse: ‘Lo vedi quel pulsante rosso? Il tuo lavoro è quello di stare a fianco del pulsante tutto il giorno, e se qualcuno ti dice di premerlo, lo devi premere immediatamente. E’ il pulsante dell’allarme, che fa suonare una sirena sotto terra in profondità. Quando i minatori sentono la sirena, essi escono fuori dalla miniera il più velocemente possibile. Non devi mai premerlo per caso, ma solo quando uno di noi ti dice di farlo’. Così la piccola sorella Li stava a fianco del pulsante giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Lei e la sua famiglia furono ricolmi di gioia quando ella ricevette la sua prima paga, nonostante si trattasse solo di pochi dollari. Un pomeriggio ella sentì all’improvviso una voce che le disse: ‘Premi il pulsante!’ Ella si voltò, cercando di scoprire chi aveva parlato, ma in quel posto non c’era ancora nessuno. Sentì ancora la stessa voce alcuni momenti dopo che le disse: ‘Presto! Premi il pulsante ora!’ Non c’era nessuno che si poteva vedere in quel posto, ed allora lei cominciò a pensare che stava perdendo la testa. Ella doveva premere il pulsante solo in caso di emergenza, e tutto sembrava essere normale. Alcuni secondi dopo, sentì ancora una volta la voce dirle con grande urgenza: ‘Sorella Li, premi il pulsante ora!’ Solo allora ella comprese che era il suo Signore che le stava parlando. Ella non capiva perché doveva premere il pulsante, ma sapeva che doveva ubbidire. La sirena suonò, e 3000 uomini salirono su alla superficie il più velocemente possibile, confusi e curiosi di scoprire che cosa era accaduto. Il Direttore venne correndo dal suo ufficio, chiedendo di sapere perché ella aveva premuto il pulsante. Pochi attimi dopo che l’ultimo prigioniero ebbe lasciato la miniera, la zona fu scossa da un grande terremoto. Tutta la miniera crollò, e fino ad oggi nessuno ha potuto ritornarci. Uno strano silenzio si diffuse quando il terremoto finì, e tutti guardavano a quella fragile figura che aveva premuto il pulsante rosso. Alla fine il Direttore riuscì a domandare: ‘Compagna Li, come …. come hai saputo che dovevi premere il pulsante rosso?’ Li rispose più forte che poteva, dicendo: ‘Il Signore Gesù Cristo mi ha comandato di premere il pulsate rosso. Per tre volte mi ha detto di premerlo prima che io lo premessi. Gesù Cristo è la sola via tramite cui voi potete giungere a conoscere il vero e vivente Dio. Egli vi ama, e vi ha appena dimostrato il suo amore salvando le vostre vite. Voi dovete convertirvi dai vostri peccati e dare le vostre vite a lui!’ Tutti i 3000 prigionieri e il direttore si inginocchiarono e pregarono che Gesù li perdonasse e venisse a vivere nei loro cuori.