UNA BENIGNITÀ INCOMPARABILE
"L’Eterno è pietoso e clemente, lento all’ira e
di gran benignità” (Salmo 103:8)
Soffermiamoci sulla benignità del nostro Dio.
Non abbiamo imparato a gioire fin quando non abbiamo percepito appieno la Sua compassione. Se realizziamo altri aspetti della Sua personalità, quanto più dovremo celebrare la benignità
dell’Eterno. Si odono persone giustificare il male con l’espressione: “Ognuno ha le proprie
debolezze, nessuno è perfetto”. Il tono è solitamente dimesso, mai d’indignazione, come se il peccato fosse una disgrazia anziché una colpa. Qui la pietà di Dio non può trovare posto, poiché non
c’è riconoscimento di peccato. Poi mi sono inginocchiato in preghiera. Vidi Colui che siede sul trono, il Re dei re e Signore dei signori. Egli scrutava gli uomini con occhi puri, in grado di
scorgere perfettamente le vie, i pensieri più segreti, le tendenze e i desideri più occulti. In quella luce pura tutto appariva sporco: il male intaccava ogni cosa, inquinando la vita fin dalla
fonte: tutto era compromesso, fin dagli esordi della vita. Davanti a quel giudice, perfettamente giusto, il passato riportò in vita gli avvenimenti trascorsi. Tutto ciò che era stato pronunciato
e compiuto si trovava ora alla Sua presenza. Quella luce che investiga ogni cosa risplendeva, evidenziando il male che la vergogna aveva nascosto, il pensiero che si era celato e i desideri che
avevano trascinato il cuore. Davanti a Lui apparve non soltanto tutto quello che era stato, ma anche ciò che sarebbe potuto essere, se solo la volontà e la forza avessero collaborato. Poi mi
girai, in preda alla paura, e dissi a me stesso: “Anche qui non c’è posto per la misericordia, le offese sono troppo radicate e profonde, sono così gravi e innumerevoli. Infine il giusto giudice
venne verso di me, pronunciando alcune frasi con dolcezza: “Eppoi venite, e discutiamo assieme, ... quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve:
quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana”. Egli stesso venne per portare i nostri peccati sul proprio corpo appeso alla croce. Egli fu trafitto per le nostre
trasgressioni, colpito per le nostre iniquità: il castigo per cui abbiamo pace è stato su di Lui, e per le Sue lividure abbiamo avuto guarigione. “Benedici anima mia l’Eterno, e tutto quello che
è in me benedica il nome Suo santo”. Dio è misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà.