NOBILI ASPETTATIVE
"...che sana tutte le tue infermità” (Salmo 103:3)

La posizione e il contesto di queste parole suggeriscono un significato profondo. “Benedici, anima mia, l’Eterno ... Egli è quel che ti perdona tutte le tue iniquità”: ma il salmista non poteva fermarsi qui. Dentro di noi c’è la nera fonte del peccato, che tocca e contamina ogni cosa. C’è la cecità, che impedisce di scorgere la presenza di Dio, la sordità ai richiami della Sua voce, la paralisi delle energie di fronte alle opportunità di servizio. C’è la lebbra che ci infetta, il fuoco delle passioni che ci consuma: ci sono le malignità che hanno il sopravvento e che ci conducono nella schiavitù. Non possiamo accontentarci del perdono. Il nostro compassionevole Signore non può sopportare che ci fermiamo qui. La nostra fede e la nostra speranza vanno avanti, reclamando un’altra benedizione che Egli desidera elargire: “che sana tutte le tue infermità”. Egli ci perdona in modo da poter curare la malattia dell’anima. Gesù è venuto non soltanto per rendere possibile il perdono, salvarci dall’inferno e portarci in cielo: lo scopo della Sua incarnazione è ancora più glorioso. Egli è venuto per rimediare ai danni della caduta, per ristabilire una perfetta integrità morale, per ricreare in noi la somiglianza all’immagine di Dio, per adempiere in me le richieste della legge nei confronti di Dio e del prossimo. È buono fermarsi ai piedi di Cristo e lasciare che questo versetto scenda in profondità nel cuore, accendendo il desiderio e alimentando le più nobili aspettative: il Signore è qui, vicino a me, e desidera sanare tutte le mie infermità.