L'ASSEDIO DELLE DIFFICOLTÀ
“Ezechia, ricevuta la lettera per le mani dei messi, la lesse: poi salì alla casa dell’Eterno, e la spiegò davanti all’Eterno” (II Re 19:14)

Ci troviamo di fronte a un re in seria difficoltà. Non pensare che il tuo sia un caso isolato: tutti sperimentano le difficoltà. Non invidiare nessuno, perché non esiste una posizione che sia esente da problemi. Sono convinto che, a un esame attento, ognuno di noi può scoprire che le difficoltà degli altri sono più gravose delle proprie. Se è vero che l’uomo nasce per soffrire, come la favilla per salire in alto, è altrettanto vero che ognuno nasce per affrontare le proprie difficoltà, e non per far fronte a quelle altrui. Se conoscessimo ogni cosa, ci accorgeremmo che non c’è nulla da invidiare nel mondo. Quel giorno, in Israele, il semplice contadino che faticava sotto il sole rovente avrebbe potuto esclamare, asciugandosi il sudore: “Quanto è dura la mia vita. Come vorrei essere re, e rimanermene seduto comodamente all’ombra!”. Il povero Ezechia, invece, dopo aver letto quella lettera, sicuramente avrebbe desiderato scambiarsi con quel contadino! Puoi salire anche molto in alto, ma non sarai mai fuori dalla portata delle difficoltà. “Deve essere stupendo essere là, in alto, e vedere sorgere il sole!”, disse il filo d’erba alla banderuola sul tetto. “Se tu fossi qui sapresti come soffia il vento!”, rispose quest’ultima al filo d’erba. Un re può raddoppiare le sentinelle davanti al proprio palazzo ma, nonostante questo, non riuscirà a bandire le proprie ansie e a tenere lontano le difficoltà.