IL LUCCICCHIO DELLE APPARENZE "...e l’occhio
suo scorge quanto v’è di prezioso” (Giobbe 28:10)
Anche se questo versetto si applica, nel suo
contesto, all’uomo, quanto più lo possiamo attribuire a Dio, “perché il suo sguardo giunge sino alle estremità della terra, perch’egli vede tutto” (v. 24) e, “...Colui che ha formato l’occhio non
vedrà egli?” (Salmo 94:9). Gesù osservava le persone che portavano le loro offerte al tempio: Giuda era
vicino a Lui. Ecco arrivare un fariseo, distinto: egli getta nella cassa del tesoro un siclo d’oro. Quanto risplende alla luce del sole quella moneta! La stanza è illuminata da quell’offerta, la
cui luce si riflette negli occhi di Gesù, ma Egli non si fa impressionare dal luccichio delle apparenze, scorge piuttosto il nostro sentimento. Dopo quella nobile visione, infatti, giunge una
povera vedova, in età avanzata, triste, trasandata. La sua mano scarna prende due spiccioli dal vecchio vestito e li fa cadere nel tesoro. Poi abbassa lo sguardo, vergognandosi di aver portato
così poco. Posso immaginare il Maestro mentre si rivolge a Giuda e gli chiede: “Quanto ha dato, Giuda?”. “Due spiccioli, che fanno un quarto di soldo”. “È tutto?”. “Sì, è tutto. Un’offerta
misera, non è vero? Non potrà servire a granché”. Eppure Gesù risponde: “Lei ha dato più di tutti gli altri”. Giuda rimase sorpreso, non riusciva a comprendere (e, purtroppo, non vi riuscì mai).
Ma l’occhio del Signore scorge le cose veramente preziose. Egli vide il profondo amore da cui proveniva quel dono. Se riuscissimo a vedere con i Suoi occhi, quanto sarebbero diversi i nostri
giudizi! Qualcuno potrebbe sospirare: “E se non ci fosse niente di prezioso da scorgere? Se tutto fosse peccaminoso, malvagio?”. Consideriamo un’altra scena. Il Maestro era seduto a casa di
Simone il fariseo. Si presentò una donna, una peccatrice. Simone, indignato, pensò: “Costui, se fosse profeta, saprebbe chi è la donna che lo tocca: perché è una peccatrice”. Secondo Simone, un
vero profeta doveva avere una visione chiara delle persone, non come quella di cui stava dando prova Gesù. Egli vide la peccatrice: Gesù scorse la vergogna, il dolore, il profondo desiderio di
liberazione. Il Signore si chinò per sottrarla da quella terribile fossa, pose i suoi piedi sulla roccia, mise un nuovo cantico sulla sua bocca e rese stabili i suoi passi. Gesù non guarda il
nostro passato, per quanto esso possa essere terribile, ma la nuova vita di cui possiamo godere. “L’occhio suo scorge quanto v’è di prezioso”.