Uzbekistan: l’anno dei bambini

 

Il governo uzbeko ha annunciato che il 2014 sarà "l'anno dei bambini". Confische e controlli per arginare la diffusione del cristianesimo, prendendo di mira i più piccoli.

Il governo uzbeko ha annunciato che il 2014 sarà "l'anno dei bambini". Ciò significa in concreto che un insieme di attività di controllo e prevenzione si stanno mettendo in atto soprattutto nei confronti dei ragazzini nelle scuole. Sin dall'inizio dell'anno infatti, agenti di polizia hanno iniziato a "far visita" alle scuole delle maggiori città dell'Uzbekistan con un preciso scopo: entrano mentre le lezioni sono in corso e requisiscono i cellulari dei ragazzini per controllarne il contenuto. Nei casi in cui vengano trovate nei cellulari delle applicazioni con laBibbia, il cellulare viene confiscato, i genitori vengono immediatamente convocati presso la scuola e in quella occasione il ragazzino o la ragazzina colpevole di avere una Bibbia dovrà annunciare alla propria classe di far parte di una pericolosa setta.

Per meglio comprendere di che tipo di controlli a tappeto si tratti, basti pensare che se in uno di queste confische vengono trovati nei cellulari video o immagini "per adulti", non vi sarà nessun tipo di provvedimento e il cellulare verrà restituito al ragazzino. In realtà la serie di controlli messi in atto sembrano mirare a marginalizzare ancor di più i credenti, in particolar modo i cristiani, sempre bersaglio di campagne denigratorie e pesanti discriminazioni.

L'Uzbekistan da anni si mantiene in alto nella WWList: nel 2014 è al 15° posto. Nessuna attività religiosa è ammessa al di fuori del pesante controllo delle istituzioni statali. I cristiani evangelici sono etichettati come estremisti, oltre che degli elementi destabilizzanti nella società, quindi non solo si cerca di controllarli, ma talvolta si ritiene necessario opprimerli attraverso pressioni, arresti, multe e vessazioni di vario tipo. Le autorità stanno aumentando i controlli nelle case dei cristiani e nelle chiese.

L'anno dei bambini si presenta dunque come un provvedimento nazionale che seminerà discriminazione e intolleranza nei confronti dei più piccoli e vulnerabili: l'obiettivo soggiacente sembra essere dunque minare la diffusione del cristianesimo.