PAKISTAN

 Giornata nera per i cristiani del Pakistan: dov’è la giustizia?

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dontkillchristians1Lahore (Agenzia Fides) – “I cristiani pakistani sono già stati perseguitati e si sentono molto insicuri e vulnerabili, soprattutto dopo tanti falsi casi di blasfemia registrati nei loro confronti. Il verdetto di condanna a morte per Sawan Masih, un povero operaio cristiano è un altro duro colpo. Il 27 marzo sarà ricordata come l’ennesima ‘giornata nera’, in cui si è consumata un’altra ingiustizia contro i cristiani”. E’ quanto dice all’Agenzia Fides p. James Channan OP, Direttore del “Peace Center” di Lahore, centro studi impegnato nel dialogo interreligioso.
Il Direttore ribadisce a Fides: “Sono ben note le circostanze della controversia che ha avuto luogo tra due amici, uno musulmano e l’ altro cristiano, Sawan. Era una disputa per una questione relativa a una proprietà. Ma l’uomo musulmano ha approfittato, trovando una scorciatoia e accusando Sawan di blasfemia. Il mondo intero sa cosa è successo dopo. Oltre 100 case di cristiani della Joseph Colony, quartiere cristiano di Lahore, sono state distrutte, 2 chiese bruciate, Bibbie profanate e Croci fracassata da una folla inferocita di oltre 3.000 fanatici. I cristiani della Joseph Colony vivono ancora nel pericolo e nel timore che la folla possa attaccare di nuovo in qualsiasi momento”.
P. Channan conclude: “Dopo la condanna a morte di Sawan, mi chiedo: dove è la giustizia ? Perché non si fa nulla contro quei cristiani innocenti che sono stati attaccati e hanno perso i loro beni? Che dire delle chiese che sono state profanate, delle Bibbie bruciate e delle croci distrutte? Quella non è blasfemia? Perché nessun colpevole è stato punito dopo gli attacchi orrendi contro quartieri e villaggi cristiani come a Shanti Nagar, Sangla Hill, Gojra (dove 7 cristiani sono stati bruciati vivi)? Dove è la giustizia e dove è lo Stato di diritto?. Spero che il governo prenda misure per garantire la giustizia a tutti i cittadini, e prenda atto delle grave ingiustizia perpetrata sui cristiani nella propria terra d’origine”.

Fonte: http://www.fides.org/