Corea del Nord: 33 condannati a morte per lavoro missionario
Pena di morte per almeno 33 persone accusate di aver tentato di "far cadere il regime creando 500 comunità familiari (chiese) clandestine". Kim Jong-un continua la sua "pulizia" del paese da ogni elemento ritenuto una minaccia al suo potere. I cristiani sono un costante bersaglio.
Il regime nordcoreano ha comminato la pena di morte ad almeno 33 persone per i loro presunti contatti con un missionario, secondo quanto riporta il periodico sudcoreano Chosun Ilbo. I 33 condannati (non si sa se siano tutti cristiani) sarebbero accusati di aver tentato di "far cadere il regime creando 500 comunità familiare (chiese) clandestine", secondo una fonte anonima del periodico (nella foto un campo di prigionia femminile).
Nello specifico sarebbero accusate di aver collaborato con Kim Jung-wook, un cittadino sudcoreano arrestato e accusato di aver creato comunità cristiane familiari clandestine. A quanto pare l'esecuzione verrà portata a termine in una località segreta da ufficiali del Dipartimento di Sicurezza Nazionale. Secondo quanto si apprende dal giornale, Kim, missionario cristiano-battista, sarebbe stato addirittura rapito da agenti nordcoreani in territorio cinese, nella città di confine Dandong (Cina appunto), e portato in Corea del Nord.
Si sa da tempo che Kim Jong-un, attuale dittatore nordcoreano, ha ordinato una vera e propria "pulizia" della nazione da elementi ritenuti un problema per il regime. Nel 2013 per questo motivo, suo zio e mentore Jang Song-Thaek è stato condannato a morte e ucciso: subito dopo, con la stessa tecnica usata spesso per estirpare il cristianesimo, anche i figli di Jang, oltre che i fratelli e i nipoti sono stati uccisi. Per il regime nordcoreano i cristiani sono una macchia da cancellare, un problema da risolvere.
La sentenza di queste 33 persone arriva poco dopo la liberazione del missionario australiano John Short, arrivato in Cina dopo essere stato detenuto per vari giorni in Corea del Nord per aver lasciato dei volantini cristiani in un tempio buddista e in un treno affollato. Kenneth Bae, invece, missionario americano, rimane in prigione dopo essere stato arrestato nel novembre 2012 con unasentenza di 15 anni di reclusione.
La Corea del Nord rimane il paese dove più si perseguitano i cristiani al mondo.