(Giuda 3) Stiamo vivendo un tempo estremamente difficile. La decadenza morale della società è in escalation continua. Siamo continuamente turbati dall’ indecente spettacolo che questo mondo quotidianamente ci offre. Il peccato, come una marea notturna, continua a crescere al punto che sembra non ci siano limiti che possano contenerlo. Violenze, ingiustizie, soprusi, prevaricazioni, crisi delle famiglie, crollo dei valori… tutto sembra presagire un futuro torbido e fosco. D’altronde la Bibbia aveva predetto: “negli ultimi giorni verranno tempi difficili perché gli uomini saranno…” (2 Timoteo 3:1-5). Non che prima di oggi i tempi siano stati facili, tutt’altro! Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Gli uomini sono stati sempre egoisti, amanti del denaro ecc., ma la profezia di Paolo ci dice solamente che negli ultimi giorni questi fenomeni saranno accresciuti a dismisura: è quello che sta succedendo sotto i nostri occhi.
Per essere in grado di mettere un freno a questo stato di cose, la Chiesa di Gesù Cristo dovrebbe essere forte, unita, combattiva e consapevole che la speranza di questo mondo dipende solo dall’impatto che essa è in grado di esercitare. La Chiesa dovrebbe essere come un esercito equipaggiato, in grado di sferrare i suoi attacchi contro le roccaforti del principe di questo mondo per sottrargli il territorio e metterlo in scacco. Molto spesso invece la Chiesa deve combattere contro le realtà negative, i problemi giganteschi che sorgono al suo stesso interno. Anche da questo punto di vista non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Quando l’apostolo Giuda scrive la sua epistola era sua intenzione parlare d’altro, parlare cioè della meravigliosa e straordinaria opera della grazia: la salvezza che tutti abbiamo ricevuto per mezzo di Gesù Cristo, attraverso il sacrificio del Golgota. Invece è costretto a cambiare il contenuto della sua lettera preoccupato, al pari di Paolo quando scrive ai Galati o ai Colossesi, dei falsi insegnamenti e dei falsi dottori che giravano per le chiese predicando un “altro Evangelo”, portandole così sul sentiero dell’apostasia. Era un problema solo di allora? Oggi non c’è più apostasia nella Chiesa?
Che cos’è l’apostasia? Apostasia è abbandonare la verità dopo averla conosciuta. L’apostasia è rigettare la verità, rifiutarla pur sapendo che è verità. Dal punto di vista intellettuale l’apostasia accetta la Scrittura. Non necessariamente crede in false dottrine… infatti l’apostasia più subdola è avere la giusta dottrina ma non credere in essa con tutto il cuore! Si può conoscere il Cristo senza però mai accettarlo!
Quando Paolo nella sua prima lettera a Timoteo (4:1) dice che negli ultimi tempi alcuni “apostateranno dalla fede” dice anche che faranno questo perché daranno retta a “spiriti seduttori”. Si allontaneranno cioè dalla verità attraverso un processo lento ma inesorabile, perché “uomini bugiardi” eserciteranno guidati da demoni il loro spregevole ministero. Questo stava accadendo anche ai tempi dell’apostolo Giuda. Perciò egli esorta i credenti a combattere “per la fede una volta per sempre trasmessa ai santi”. Li esorta cioè a combattere per difendere strenuamente la verità.
La fede non è soltanto la dottrina. La fede è la vita stessa dei santi. La fede è la dottrina vissuta. Al diavolo non importa se noi abbiamo la migliore dottrina; ciò che gli dà fastidio è se noi viviamo quella dottrina. Una fede distorta, insegnata da qualche falso profeta da qualsiasi pulpito, produce credenti distorti!
Non ci possono essere più fedi. In questo tempo di stratificato relativismo sembra che ognuno possa avere la sua fede. Molti dicono che dobbiamo essere tolleranti in questo tempo di globalizzazione totale. Ma la Bibbia dice che c’è UNA SOLA FEDE: UNICA. (Efesini 4:5). Ci possono essere molte denominazioni, molte organizzazioni, molte religioni… ma la fede, quella che la Bibbia chiama la fede di Dio, è una sola!
Questa fede è stata trasmessa ai santi “una volta per tutte”! Questo significa che non si può aggiungere né togliere nulla (Deuteronomio 4:2). L’apostasia è proprio questa: adulterare la santa Parola di Dio aggiungendo o togliendo qualcosa. In questo tempo ci sono tanti abili “dottori” che abilmente sanno togliere e altrettanto abilmente sanno aggiungere! Si toglie, il che equivale a strappare intere pagine della Scrittura, quando si cerca di evitare soggetti o argomenti biblici che sono diventati scomodi. Quando cioè in qualche modo si annuncia solo una parte e non “tutto il consiglio di Dio”.
Ci sono parole che sono diventate antiquate, non più in uso, di cui si comincia dimenticarne il senso: “peccato”, “ravvedimento”, “Santità” “verecondia o modestia”. Così quando si toglie qualcosa si finisce sempre per aggiungere qualche altra cosa per compensare quello che si è tolto: nuove dottrine, nuove rivelazioni, nuove teorie che non sono proprio “verità scritturali”.
Così come popolo di Dio, come pastori e servi del Signore, dobbiamo avere molto riguardo, molta attenzione su questo soggetto. Dobbiamo vegliare perché l’apostasia, come lo stesso apostolo Giuda ci avverte, si infiltra, si insinua come un viscido serpente in maniera silenziosa e inosservata… e quando si è insinuata porta seduzione, produce confusione, divide le chiese e riempie le menti semplici con menzogne mascherate di verità. L’apostasia più subdola è quella che va a colpire i valori primari del cristianesimo. Valori che un tempo nessuno si sognava di mettere in discussione… ma che oggi sono oggetto di “dibattito” o di “confronto”, (parole usate quando l’apostasia comincia prendere piede e a manifestarsi).
L’apostasia quindi è uno sviamento, un allontanamento dalla verità. Raramente questo sviamento avviene in breve tempo; il più delle volte è un processo lento. La verità viene compromessa piano piano, il messaggio diventa sempre più “generico”, innocuo, ingentilito al punto di non far sentire nessuno a disagio… così tutti i valori più importanti che rappresentano la vita della Chiesa stessa si intiepidiscono… non si perdono del tutto ma non sono più vivi come una volta. Esattamente ciò che avvenne nella chiesa di Laodicea, come possiamo leggere in Apocalisse 3. Quella chiesa era arrivata in uno stato di tiepidezza: non era fredda, ma neppure fervente!
Un tempo era stata una chiesa fervente. Così come un corpo che viene allontanato dalla sorgente di calore, anche se è arroventato, pian piano perderà il suo calore fino a diventare freddo; come una pentola d’acqua bollente, che tolta dal fuoco, dopo un po’ di tempo passa allo stato tiepido… Questo non avviene nel giro di pochi istanti.
Né caldo né freddo: tiepido! Un cristianesimo del ventunesimo secolo. Uno stato di compromesso.
Tiepido: né santo, né impuro. Tiepido: né consacrato, né profano. Tiepido: né carne, né spirito!
Nella realtà è impossibile non essere carnali o spirituali, perché queste due realtà, come Paolo insegna nella lettera ai Galati, sono in costante conflitto. Una di loro prevale sempre: non possono mai pareggiare! Non si può cioè essere mezzi vivi o mezzi morti (Romani 8:6). In questo antico conflitto, in questa perenne lotta tra carne e spirito, uno dei due prevale sempre, conseguentemente l’altro soccombe. La parola di Dio è ricca di esempi: Caino e Abele; Abramo e Lot; Giuseppe e i suoi fratelli; Davide e Saul… è un ricorso storico impressionante.
Naturalmente la carne cerca ed ama le amicizie e le compagnie della carne. Gesù disse che ciò che è nato da carne resterà carne. Lo spirito cerca invece le cose spirituali: la presenza di Dio, la preghiera, amicizie e compagnie spirituali. Carne e Spirito non possono coesistere e convivere insieme: sono opposti uno all’altra.
Oggi si parla tanto di unità, è quello che forse molti intendono per unità è una sorta di bonario ecumenismo dove ognuno rispetta l’altro nelle proprie convinzioni e dove si può convivere anche con coloro che hanno dottrine aberranti, anche con chi ormai è una apostata della fede. Ma il nemico numero uno di questo tipo di unità è la verità. Come diceva il noto cantautore Keith Green in uno dei suoi i messaggi, ci sarà sempre qualcuno che sorgerà e spezzerà questo tipo di unità.
Come può convivere l’apostasia con la verità? Questo fenomeno può accadere solo se la verità abbassa il suo standard e si appiattisce; avremo così una forma di cristianesimo, ma perderemo la sostanza perché dovremmo uniformarlo alle esigenze di chi pur conoscendo la verità non la vuole però viverla; di chi ha un credo, una dottrina, solo nella mente e non nel cuore…
COMPROMESSO… O EQUILIBRIO
Ci sono delle cose nelle quali dobbiamo essere radicali. Ma essere radicali non significa essere estremisti. L’estremismo rasenta sempre il fanatismo. Sia nella politica che nella religione gli estremi sono sempre punti pericolosi. Se mi accorgo che in qualche area della mia vita sono stato “estremista” questo non vuol dire che devo saltare all’estremo opposto. Solamente devo equilibrare la mia posizione!
Ci sono alcuni che sono estremamente severi nelle loro posizioni e convinzioni, salvo poi, dopo qualche tempo ritrovarli all’estremo opposto facendo o dicendo cose che prima avevano criticato e giudicato. Ci può essere stato un tempo in cui pensavamo che certe cose fossero sbagliate e forse giudicavamo altre persone, ma oggi non dobbiamo per reazione esagerare proprio nel fare quelle cose che un tempo ritenevamo sbagliate. La nostra vita deve essere governata da PRINCIPI! (Accento non sulla prima ma sulla seconda “i”)
Se i nostri principi sono allineati con la parola di Dio allora dobbiamo mantenerli sempre! Avere dei principi non vuol dire essere “legalisti”. Oggi il nome di una sedicente libertà dal legalismo molti sono caduti nella licenza o nell’abuso della libertà cristiana, cioè nell’estremo opposto: una forma di accomodamento dei principi e dei valori biblici, adattati alle proprie esigenze. Siamo passati dall’estremo della rigidità zaccardiana, per fare un riferimento al mondo pentecostale, all’estremo opposto della mondanità più esacerbata ed inasprita. Il mondo è entrato con forza e prepotenza nella chiesa perché ormai non c’è più freno… non c’è più limite. Non viene insegnato proprio cos’è il “mondo” e dov’è la linea di demarcazione tra il mondo e la Chiesa. Eppure tutti conosciamo 1° Giovanni 2:15: “non amate il mondo…” e questo amore viene messo in contrapposizione con amare Dio.
La Chiesa che Cristo troverà al Suo ritorno sarà santa e pura, senza macchia e senza ruga… E’ questa la chiesa di oggi? Stiamo annacquando la verità per paura di perdere i nostri membri o stiamo predicando tutto il consiglio di Dio? Stiamo pensando ai grandi numeri? Certamente il sogno di una grande unità porterebbe a un numero notevole: battisti, pentecostali, presbiteriani ed episcopali, metodisti, cattolici, carismatici, insomma tutti coloro che appartengono al ceppo cristiano… tutti insieme appassionatamente. Ma avrebbe un senso? E’ questo che Gesù voleva dire nella preghiera sacerdotale “affinché siano uno come noi siamo uno”?
IL RISVEGLIO
Il risveglio è sempre caratterizzato da una “rottura” non da una grande ammucchiata. Abramo e Lot si separarono, Lutero dovette rompere con la chiesa ufficiale per amore della verità, i padri del movimento pentecostale, Saymore, e per riferirci alla realtà italiana Giacomo Lombardi, ricevettero un rifiuto del loro messaggio; avrebbero potevano comprometterlo e adeguarlo alle esigenze dei loro primi ascoltatori, … ma fecero una scelta coraggiosa per tenere alta la bandiera della verità. Il risveglio non è mai una serie di innovazioni, di nuove strategie, di trovate umane!
È Dio che fa le cose nuove! Da parte nostra è invece un ritorno all’antico, un ritorno ai sentieri antichi, alle realtà vere dello Spirito, e ai valori veri del cristianesimo. Torniamo, ritorniamo ai valori della Pentecoste. Proclamiamo un messaggio di purezza e di consacrazione. Ripudiamo ogni sintomo di apostasia e torniamo alla croce… combattiamo per la fede che c’è stata una volta per sempre tramandata dai santi. Umiliamoci ai piedi del Signore perché la fiamma della risveglio torni a bruciare e il nostro cristianesimo abbia un vero impatto nel mondo che ci circonda. Per la Gloria di Dio!