Leggi più severe sono invocate da tutti nella società di oggi. Le regole sono necessarie in una nazione, in una comunità, in un qualsiasi circolo di persone. Dove mancano le leggi e le regole regna il caos e l’anarchia. Il problema è che ogni categoria invoca “severità” per tutte le altre categorie meno che per se stessa. Morale della favola: ognuno tira l’acqua al suo mulino. Si, tutti invocano severità e disciplina, ma verso gli altri e non verso se stessi.
E così gli uomini hanno una costante necessità di cambiare continuamente le loro leggi. Non è così però per la Chiesa. La chiesa non è governata da leggi e principi umani, ma dalla Parola di Dio. La nostra unica regola di fede, la nostra unica fonte per determinare la nostra condotta è la parola divina. Ma ahimé,quando si parla di disciplina nella Chiesa si rischia proprio di toccare un tasto poco gradito a molti credenti. Oggi è una parola che non va tanto di moda.
Non c’è più disciplina nelle famiglie; regna l’anarchia nella società… perché parlare di questo brutto argomento proprio nella Chiesa che dev’essere un luogo di libertà… dove non ci si deve sentire “soggetti” a regole che poi alla fin fine producono legalismo e legalismo della peggiore specie: quello religioso.
Noi crediamo che non è proprio così. Personalmente sono contrario ad una impostazione della comunità basata su regole e regolamenti. Questo perché una spiritualità basata sulle regole in effetti crea legalismo religioso, porta ad un cristianesimo formale e ipocrita. L’enfasi deve essere sempre sulla Parola di Dio, che insegnata e predicata nel suo intero messaggio, forma credenti che vivono una vita spirituale conforme alla santità di Dio, e quindi ubbidienti e disciplinati negli aspetti pratici e comunitari. Ma non tutti. In ogni comunità ci sono credenti che non si lasciano “formare” dalla Parola, che vivono un cristianesimo superficiale, e a volte vogliono agiscono o si comportano in modo da rendere una pessima testimonianza al mondo, compromettendo l’immagine di tutta la comunità. Per questo la chiesa del Signore deve applicare la disciplina. Perché l’ordine fa parte della natura di Dio.
Se c’è una cosa che possiamo affermare con assoluta certezza è che Dio non ama il caos e l’anarchia. Una comunità dove ognuno fosse libero di fare ciò che vuole non può essere definita “Chiesa” ma “club” . Un Club religioso o sociale, e forse neanche, perché anche nelle associazioni umane, di qualunque natura, esistono delle regole che devono essere rispettate dagli aderenti a quell’associazione. Comunque sarebbe un luogo nel quale Dio è assente… l’anarchia e il caos sono le armi di satana per distruggere la chiesa.
Se gli uomini hanno bisogno di cambiare spesso le leggi è perché sempre sono leggi imperfette, ma la Parola di Dio è perfetta: il cielo e la terra passeranno ma la parola Sua non passerà giammai.
E la parola di Dio parla di disciplina. Nel testo che abbiamo davanti questo concetto viene ripetuto numerose volte. La parola che nella versione Diodati è tradotta “castigamento”, nella versione nuova Diodati “correzione”, e nella versione Riveduta “disciplina”, in greco originale il termine è “PAIDEIA” e vuol dire: correggere, castigare, educare, istruire e punire. Tenendo presente questa etimologia, nel testo che va dal verso 5 al verso 11 lo scrittore ripete per ben undici volte questa parola.
Ma attenzione a non commettere l’errore di pensare che disciplina significhi solo punizione. Prima che con la punizione, la parola disciplina ha a che fare con la parola amore. Amare implica il “coraggio di disciplinare” e la parola di Dio afferma che chi risparmia la disciplina non ama suo figlio. Noi mandiamo i nostri figli a scuola con lo scopo che siano disciplinati. Sappiamo che nella vita le persone che hanno avuto più successo sono le persone che sono state disciplinate fin da piccoli e che poi hanno continuato ad applicare la disciplina alla loro vita. Basta pensare agli atleti famosi, grandi scienziati, uomini di successo, industriali che hanno costruito degli imperi… se andiamo a vedere le loro biografie, tutti costoro hanno avuto una severa disciplina che hanno continuato ad applicare nella loro vita anche dopo il successo.
E noi sappiamo che il Signore ci ama. Infatti nel verso 6 leggiamo: ” IL SIGNORE CORREGGE COLUI CHE AMA! “
C’è una attenzione, una cura particolare che il Padre ha per i figli. La disciplina non è sinonimo dicattiveria. Perché il fine della disciplina, anche quando questa viene esercitata nella forma più severa della punizione, è un fine “redentivo” e non semplicemente punitivo o addirittura vendicativo.
E quando un padre è costretto ad esercitare la disciplina, e ad esercitarla se è necessario fino in fondo, applicando una punizione, se è un vero padre, soffre quanto e più del figlio che subisce la correzione.
Proprio perché ci ama il SIGNORE disciplina i suoi figli. Chi sono i suoi figli? I cristiani. Chi sono i cristiani? I cattolici? I protestanti? Gli italiani? I pentecostali? I carismatici?
La parola di Dio dice che i cristiani sono coloro in cui abita lo Spirito di Dio. Lo Spirito attesta al nostro spirito che noi siamo figli di Dio! La disciplina nella Chiesa può essere applicata solo ai figli di Dio, ai credenti.
È vero che ci sono delle regole che sono per tutti; sono regole “generali”, ma le regole spirituali vanno applicate solo nei confronti dei figli cioè dei membri effettivi della comunità.
Infatti i figli hanno dei doveri che gli altri non hanno. Ci sono delle responsabilità che riguardano i figli e soltanto i figli, i credenti e non, per esempio, i visitatori o i simpatizzanti. Non può essere applicata la disciplina a coloro che sono in visita tra di noi, agli ospiti. Non si può pretendere che una persona che non ha ancora fatto una vera esperienza con il SIGNORE abbia le stesse responsabilità e gli stessi doveri di un credente convertito da anni.
Purtroppo viviamo un tempo caratterizzato da una spaventosa crisi spirituale, per cui ci sono pure alcuni credenti che sono considerati tali a tutti gli effetti, ma in realtà non lo sono! Frequentano la comunità, godono dei privilegi come tutti gli altri, ma si limitano a questo: non hanno responsabilità, non hanno rispetto per le regole comunitarie, non si sentono vincolati da nessun dovere di nessuna natura verso la chiesa e verso i fratelli. Questa categoria di persone rappresentano il problema maggiore in ogni Chiesa locale.
Infatti questo tipo di credenti sono proprio quelli che rifiutano ogni forma di disciplina, e a volte si evita di intervenire, di disciplinare queste persone, proprio per non causare un problema ancora più grande, una ribellione più accentuata che potrebbe poi coinvolgere negativamente tutta la famiglia. E anche questo aspetto richiede riflessione, sensibilità e saggezza per esaminare caso per caso; anziani e pastori a volte non sanno come comportarsi con certe persone, specialmente se sono persone disordinate o meglio dire insubordinate. Molti problemi nella chiesa di ieri, molti problemi nella chiesa di oggi nascono da questo tipo di persone.
E allora dobbiamo comprendere che benché il soggetto sia difficile e spinoso è necessario trattarlo!
È necessario sapere:
1. – PERCHÉ LA DISCIPLINA!
Ripeto: abbiamo detto disciplina non vuol dire solo “punizione”. Vuol dire prima “insegnamento”, “istruzione “, “educazione”. Limitare la disciplina alla punizione vuol dire fare l’errore di quei genitori che puniscono il bambino e il bambino non sa neanche il perché! Ma la correzione e la punizione fanno parte della disciplina. Rappresentano però la sua seconda parte; quella parte che deve essere attivata quando la prima non produce l’effetto sperato.
a) la disciplina è necessaria perché la Chiesa si mantenga Santa; affinché ci possiamo presentare nel culto al Signore con timore e riverenza. Le persone indisciplinate non hanno timore di portare elementi di turbamento persino durante lo svolgimento del servizio divino.
b) la disciplina è necessaria affinché la ribellione, il peccato manifestato non contagi altri credenti. (Una mela marcia deve essere isolata dalle altre…)
c) la disciplina è necessaria per difendere l’unità del corpo di Cristo. I disordinati sono coloro che creano scompiglio, problemi, e soprattutto divisioni.
d) la disciplina è necessaria per dare forza alla Chiesa. Un’operazione chirurgica non è mai desiderata. Il chirurgo ti toglie sempre qualcosa… le tonsille o un tumore; l’appendice o una gamba che rischia di andare in cancrena…; non è mai piacevole una operazione chirurgica ma è a volte NECESSARIA, a volte addirittura URGENTE.
e) se ci sono delle cellule ammalate nel corpo devono essere “curate”. Questo è il primo passo da fare: cercare di curare. Ma se la cura non funziona bisogna “tagliare”, “asportare” le cellule malate altrimenti il corpo si indebolisce sempre di più fino al sopraggiungere della morte.
E voglio continuare ad esprimermi in parabole, in metafora: il medico che dice “presto… non c’è più tempo da perdere, dobbiamo amputare questa gamba…” può essere giudicato crudele, ingiusto, senza pietà…
Il medico “pietoso” (che rende la piaga purulenta) è considerato caritatevole e buono…!
Ma da chi? Prima di tutto dai bambini. Poi probabilmente da chi non capisce nulla di medicina…
Ricordo un predicatore che diceva: ” il mio migliore amico non è colui che mi dice le cose che mi piace sentire… ma colui che mi dice la verità. (Giovanni 8:32) Gesù disse allora ai Giudei che avevano creduto in lui: “Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.
Attenzione! C’è un altro aspetto da non sottovalutare, che è molto importante. Il medico non deve dire solo la verità. La sola verità a volte può uccidere prima della malattia. Il medico deve usare anche molto tatto e sensibilità. Bibbia dice che noi dobbiamo dire la verità con amore, affinchè cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. (Efesini 4:15)
Ogni servo di Dio è chiamato a dare ed ad applicare “tutto il consiglio di Dio“; non vuol dire solo PREDICA LA PAROLA, ESORTA, (2 Timoteo 4: 2) ma anche RIPRENDI, SGRIDA… questo era il consiglio, anzi il comando che Paolo dà a Timoteo prima della sua dipartita. Riprendi, cioè rimprovera… sgrida! Come però? Con grande pazienza e sempre istruendo.
Sempre istruendo… questa è disciplina nella Chiesa! Non un atto di vendetta personale, e neanche un’arma per ferire i sentimenti delle persone… ma un atto di autentico amore! Prima istruzione, l’insegnamento, poi la correzione.
Proverbi 27: 5-6 – Meglio riprensione aperta, che amore occulto. Fedeli son le ferite di chi ama; frequenti i baci di chi odia.
Gesù stesso ci insegna come applicare la disciplina della Chiesa: egli ci fornisce un modello in Matteo 18: 15-17 – “Ora, se il tuo fratello ha peccato contro di te, va’ e riprendilo fra te e lui solo; se ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello; ma se non ti ascolta, prendi con te ancora uno o due persone, affinché ogni parola sia confermata per la bocca di due o tre testimoni. Se poi rifiuta di ascoltarli, dillo alla chiesa; e se rifiuta anche di ascoltare la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano.
Naturalmente il Signore in questi versi sta parlando delle offese personali, ma noi possiamo prendere questo come un modello per capire come deve essere applicata la disciplina nella Chiesa.
Verso 15… va’ e riprendilo fra te e lui solo!
La Bibbia ci insegna che come cristiani dobbiamo esortarci gli uni con gli altri.
L’omertà non dovrebbe esistere nella cultura cristiana. Se tu sai che nel corpo di Cristo c’è un peccato grave, e fai finta di non sapere… se tu copri il peccato altrui, allora anche tu sei colpevole davanti a Dio. Se sai, se hai visto, se sei un testimone devi parlare..! Parlare non significa “spettegolare”. Parlare significa andare dalla persona interessata, usare il massimo della riservatezza e della delicatezza, che sono armi del carattere cristiano, parlare SOLO con quella persona, perché pettegolezzi e maldicenza sono armi del carattere satanico.
Ora potrebbe succedere, per vari motivi, che tu non ti sentissi di parlare con quella persona: allora parlane con un responsabile “spirituale” e lascia che sia lui a parlare con la persona. Questa persona deve essere messa davanti al suo peccato, al suo errore. Deve essere esortata a ravvedersi che ad abbandonare il peccato.
Giacomo 5:19-20 – Fratelli, se uno di voi si svia dalla verità e qualcuno lo converte sappia costui che chi allontana un peccatore dall’errore della sua via, salverà un’anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.
(Ebrei 12:12-13) Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti…e fate de’ sentieri diritti per i vostri passi, affinché quel che è zoppo non esca fuor di strada, ma sia piuttosto guarito.
(1 Pietro 4:8) Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l’amore copre moltitudine di peccati.
Verso 16… ma se non ti ascolta
Allora prendi una o due persone. Se la prevenzione o le esortazioni in privato non ha funzionato allora deve essere resa pubblica.
Galati 6:1 – Fratelli, se uno è sorpreso in qualche fallo, voi che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Ma bada bene a te stesso, affinché non sii tentato anche tu.
Voi che siete spirituali… le persone che tu chiami devono essere persone ” sicure “, riservate, spirituali. Questo è necessario affinché il consiglio spirituale di più persone possa far riflettere il fratello. È necessario anche perché due o tre testimoni possono confermare la veracità dei fatti. Infine il fratello può avere il parere o il consiglio di persone spirituali che vanno a lui con il solo desiderio di aiutarlo.
Verso 17a…Se poi rifiuta di ascoltarli…
Se questa persona ancora persiste nel suo peccato allora ogni membro della comunità deve venire a conoscenza del problema. Quando tutti lo sapranno, tutti cercheranno ancora di aiutare quella persona. Potranno soprattutto pregare e sperare nel suo ravvedimento. Naturalmente non significa tutti i membri della comunità, compreso i bambini, che dovrebbero essere sempre tenuti fuori da certi problemi, ma coloro che nella comunità, per maturità ed esperienza possono caricarsi di questo peso, possono pregare e aiutare quella persona.
Romani 15:14 – Ora, fratelli miei, io stesso sono persuaso a vostro riguardo, che anche voi siete pieni di bontà, ripieni d’ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri.
1° Tessalonicesi 5:14 – Ora, fratelli, vi esortiamo ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli e ad essere pazienti verso tutti.
Verso 17b… e se rifiuta anche di ascoltare la chiesa.
Se anche questo ulteriore tentativo non avrà effetto allora, e solo allora deve scattare la disciplina punitiva della Chiesa: un provvedimento disciplinare. La natura di questo provvedimento dipende dal tipo di peccato o di situazione che si sta affrontando. Comunque la chiesa si deve muovere con timore e tremore davanti a Dio, e l’azione intrapresa è per il bene suo e del fratello.
Alcuni passi che ci aiutano a capire il problema:
1° Corinzi 5:9-11 – Vi ho scritto nella mia epistola di non immischiarvi con i fornicatori, ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo. Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore, o un avaro o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare.
2 Tess. 3:6 – Ora, fratelli, vi ordiniamo nel nome del Signor nostro Gesù Cristo, che vi ritiriate da ogni fratello che cammini disordinatamente e non secondo l’insegnamento che avete ricevuto da noi. 14-15 E se qualcuno non ubbidisce a quanto diciamo in questa epistola, notate quel tale e non vi associate a lui, affinché si vergogni. Non tenetelo però come un nemico, ma ammonitelo come fratello.
Voglio farvi notare che l’ammonizione verso i disordinati era stata già comandata da Paolo ai Tessalonicesi nella prima lettera:
“vi esortiamo ad ammonire i disordinati” ma dopo una prima ammonizione allora bisogna agire con una severità maggiore.
Tito 3:10 – Evita l’uomo settario, dopo una prima e una seconda ammonizione.
Ecclesiaste 8:11 Poiché la sentenza contro una cattiva azione non è prontamente eseguita, il cuore dei figli degli uomini è pieno di voglia di fare il male…
Romani 16:17-18 – Or io vi esorto, fratelli, a guardarvi da quelli che fomentano le divisioni e gli scandali contro la dottrina che avete appreso, e ritiratevi da loro; costoro infatti non servono il nostro Signore Gesù Cristo ma il proprio ventre, (cioè il loro proprio interesse) e con dolce e lusinghevole parlare seducono i cuori dei semplici.
1 Corinzi 5:1-5 Si ode dappertutto dire che tra di voi vi è fornicazione, e una tale fornicazione che non è neppure nominata fra i gentili, cioè che uno tiene con sé la moglie del padre. E vi siete addirittura gonfiati e non avete piuttosto fatto cordoglio, affinché colui che ha commesso una tale azione fosse tolto di mezzo a voi. Ora io, assente nel corpo ma presente nello spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso ciò. Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, essendo riuniti assieme voi e il mio spirito, con il potere del Signor nostro Gesù Cristo ho deciso che quel tale sia dato in mano di Satana a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signor Gesù..
Notiamo che lo scopo di tutto ciò è sempre motivato dall’amore. Paolo sta dicendo: questo provvedimento disciplinare è necessario affinché la carne sia distrutta, e non si riferisce al corpo fisico, ma alla natura peccaminosa, ma la sua anima sia salvata.
1 Timoteo 1:19-20 …avendo fede e buona coscienza, poiché alcuni, avendola rigettata hanno fatto naufragio nella fede. Tra questi vi sono Imeneo e Alessandro, che io ho dato in mano di Satana, perché imparino a non bestemmiare.
1 Timoteo 5:20 – Quelli che peccano, riprendili alla presenza di tutti, affinché anche gli altri abbiano timore.
Tutti commettiamo errori, tutti sbagliando, tutti pecchiamo ogni giorno. Ma c’è una fondamentale differenza tra chi pecca e si ravvede, si pente davanti al Signore e chi invece sceglie di continuare a vivere nel peccato.
Gli ultimi versi che noi abbiamo letto ci fanno comprendere che ci sono due categorie di persone coinvolte in questo tipo di disciplina:
1.- Coloro che vivono nel peccato e che vogliono continuare a vivere in esso.
2.- I falsi insegnanti.
Il dramma della Chiesa di oggi, e mi riferisco Chiesa in generale, e che lo standard di santità è stato adeguato ai principi del mondo. È stato pericolosamente abbassato per poter accettare il compromesso con il peccato. Ma il loro Spirito Santo continua a ripetere: siate santi come colui che vi ha chiamato è santo!
Santità implica ubbidienza. Ubbidienza ai conduttori, ubbidienza alla legge del Signore, sottomissione alla disciplina che coloro che Dio ha preposti devono esercitare nella chiesa.
Santità vuol dire amare i fratelli: anche coloro che sono disordinati e che vivono nel peccato! Noi dobbiamo odiare il peccato ma non i peccatori. Amare non vuol dire tollerare il peccato! Non vuol dire vivere in compromesso con il peccato, ma pregare che il peccatore si ravveda, viva e torni al Signore! Questa è la volontà di Dio.