"ESSERE CRISTIANI COME CRISTO"
"Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù"
Testo per gli studi: Filippesi 2:1-11
Introduzione
Nell’affrontare il nostro tema è essenziale che ci sia da parte nostra un sincero desiderio di assomigliare Cristo. È fondamentale comprendere che l’essenziale della vita cristiana e lo scopo di Dio nel salvarci, è essere conformi all’immagine di Gesù. Crescita e buona salute spirituale non vanno valutati tanto sulla conoscenza biblica che possiamo avere quanto essere imitatori di Dio Efesini 5:1-2. Il mondo ha bisogno di "cristiani come Cristo". |
I. La disponibilità di Cristo: "… spogliò sé stesso"
Gesù, pur di soddisfare la volontà del suo Padre, si è disposto a lasciare la
gloria del cielo. Volontariamente ha accettato il corpo che gli è stato preparato così da poter conoscere per esperienza la povertà, la stanchezza e i disagi umani Ebrei 10:5-7. Ha rinunciato a sé stesso, mise
da parte i suoi privilegi divini per cercare e salvare ciò ch’è perduto.
Uno dei sentimenti più predominanti ai nostri giorni è
l’egoismo 2 Timoteo
3:1. Una minaccia pericolosa per la chiesa è la
"tiepidezza"
(l’apatia) Apocalisse
3:15-16.
Nel considerare la parabola del Buon Samaritano, l’uomo che si dispone per
aiutare il suo prossimo, non ci pensa due volte ad utilizzare il suo vino, il suo olio, il suo asino e impegnare il suo denaro Luca
10:25-36.
Il discepolo di Gesù è ancora oggi chiamato a rinunciare a sé stesso, prendere
la sua croce e seguire Lui. La croce non sono i problemi, le disgrazie che uno potrebbe avere ma il vivo sentimento di mettere le esigenze degli altri e la volontà di Dio al primo posto. Per
Gesù, la Sua croce significava non la mia volontà ma la Tua sia fatta.
Nella vita di Davide scopriamo un esempio molto forte di chi è disposto, senza
riserve, a servire Dio e realizzare qualcosa per Lui 2 Samuele
24:22-24.
Come Gesù spogliò sé stesso anche il credente deve spogliarsi di certe
attitudini per rivestirsi di altri sentimenti; sentimenti che lo renderanno "disponibile" Colossesi
3:5-15.
Una realtà dell’esperienza pentecostale, che non va trascurata, è che produce
nel cuore dei credenti disponibilità di essere testimoni di Gesù fino all’estremità della terra Atti
1:8. Sei disponibile di cercare e salvare chi è perduto
portando loro il lieto messaggio dell’Evangelo?
… prendendo forma di un servo
Gesù stesso ha affermato e ha dato dimostrazione della sua attitudine di servitore Luca 22:24-27; Giovanni 13:1-17. Nell’esempio di Gesù che lava i piedi dei suoi discepoli troviamo qualche accenno riguardo a chi deve essere indirizzato il nostro servizio.
- Ai Discepoli. Il maestro che dimostra sottomissione a persone molto inferiore a lui; al livello spirituale, intellettuale, al livello morale. Gesù non fa pesare, né valere la sua persona, è pronto a servire chiunque. Non dobbiamo avere riguardi personali, occorre servire il "povero" ed il "ricco" nello stesso modo Giacomo 2:1-4."Tutti" possiamo servire e "tutti" possono essere da noi serviti 1 Corinzi 16:13-17.
- A Giuda, "il traditore" — Gesù lavò anche i suoi piedi, fare del bene e servire anche quelli che vi fanno del male Luca 6:32-35. Ricordiamoci che il nostro servizio infine non è diretto all’individuo ma in ultima analisi al Signore Efesini 6:5-9; Colossesi 3:22-24.
È importante considerare l’attitudine che dobbiamo avere verso il servizio
cristiano:
Un vero servo non è alla ricerca d'elogi Matteo 6:1-2. Gesù ci ricorda che coloro che pretendono o cercano acclamazioni umane
non saranno elogiati da Dio, il quale ama e premia ciò che è fatto in segreto Matteo 6:3-4.
Un vero servo non pretende una ricompensa, ma allo stesso tempo non rimane senza. Un servo dà senza pretendere nulla in contraccambio dalla persona che sta servendo. La cosa migliore che poteva capitare ad un servo o schiavo nell’antichità era quello d’avere come padrone una persona gentile, compassionevole e generosa. Un tale servo sapeva che tutti i suoi bisogni, per quanto era possibile, sarebbero stati accontentati. Egli serviva senza nessuna preoccupazione Salmo 123. Sappiamo che agli occhi di Dio abbiamo un certo valore, siamo dei servi preziosi, quindi, Egli prenderà cura di noi. Quando diamo riceveremo anche. Noi attendiamo di ricevere non perché abbiamo dato, ma perché Dio è fedele nel provvedere per le nostre necessità Luca 6:33-35. Aspettare e attendere la provvidenza o la ricompensa di Dio, che scaturisce dalla Sua infinita bontà, è diverso da pretendere un premio o una ricompensa da parte di Dio. Pretendere è presunzione e orgoglio, attendere e aspettare è segno di fede Luca 12:29-30. Un vero servo non reclama i propri diritti. Il servo si è arreso a Dio ed agli altri. Sarà pronto di reclamare e difendere ciò che è giusto agli occhi di Dio, ma non pretende che le cose siano fatte unicamente secondo il suo punto di vista. Invece, il servo stima gli altri più di se stesso Romani 12:10 ed è pronto a mostrare sottomissione Efesini 5:20-21. |
In un mondo dove si gareggia per i posti più prestigiosi, dove si discute su
chi ha il dovere di servire e chi ha il diritto di essere servito, vogliamo scegliere la strada imboccata da Gesù. Egli, pur essendo il maestro, ha lavato i piedi dei suoi
discepoli.
Non importa chi siamo o a chi lo facciamo, è importante che serviamo. Anche
dinanzi alle difficoltà e le delusioni non molliamo, ma continuiamo Matteo
5:11-12.
… divenendo simile agli uomini
Gesù divenne uomo per comprenderci meglio così da curarci meglio, può
identificarsi con le nostre debolezze e i nostri bisogni, in questo è diventato un sommo sacerdote perfetto che sa simpatizzare con i suoi Ebrei
4:15.
Così Dio, in Cristo Gesù, sperimenta sulla "propria pelle" le sofferenze
ereditate dal corpo umano; sperimenta le:
1. | Necessità fisiche quali: | ||
a) | la sete: Giovanni 4:7; | ||
b) | la fame: Matteo 9:11; | ||
c) | bisogno di riposare: Giovanni 4:6; | ||
d) | e di dormire: Marco 4:38; | ||
2. | Necessità psichiche, come il conforto del proprio simile: Matteo 26:38. | ||
3. | Necessità spirituali: Marco 6:46. | ||
4. | Sperimentò perfino la paura Ebrei 5:7. | ||
5. | E infine la morte: Giovanni 19:33. |
Cosa significa compassione?
Sentimento o atteggiamento di sofferta partecipazione ai mali e dolori altrui; soffrire insieme. Gesù si immedesimava nelle esigenze e nei bisogni degli altri Matteo
9:36; Luca 7:13.
Un cristiano non può vivere una vita senza considerare chi gli è intorno. In
altre parole non ci si vive per sé stessi e non ci si pensa solo a sé stessi Filippesi
1:23-26. Quanti di noi prendiamo mai in considerazione il passo
di Matteo 7:12 ?
Essere compassionevole è un aspetto importante collegato con l’ingresso nel
regno dei cieli Matteo
25:34-40.Ciò che affligge di più il credente è vedere persone che
portano nell’anima una sofferenza atroce, vivono una realtà interiore triste e oppressa. Di fronte a tutto questo siamo spronati ad annunciare loro il messaggio dell’evangelo che solo può dare
riposo alle anime loro Matteo
11:28-29. Oltre a questa sofferenza primaria però, possiamo
venire incontro anche a sollevare altri disagi umani Giacomo
4:14-17.
Compassione è anche un sentimento che favorisce l’unità della chiesa, rende il
corpo di Cristo più compatto fra di esso 1 Corinzi
12:12-27.
Purtroppo la società odierna sta diventando sempre più impersonale, fredda come
la tecnologia dei tempi. La chiesa ha bisogno di essere rivestita di un mantello di compassione così da poter essere più vicina a chi soffre, proprio come Cristo si è fatto uomo per stare più
vicino all’umanità e dare la Sua vita per essa.
… ubbidiente fino alla morte
Durante il Suo soggiorno terreno Gesù è stato animato da un pensiero continuo,
quello di compiere le opere di Colui che l’ha mandato; piacere al Padre celeste era il Suo cibo Giovanni
4:34. La Sua lealtà e fedeltà al compito che gli è stato
affidato non sono state mai in pericolo. Neanche l’angoscia della croce, anche se l’ha fatto tribolare nel giardino del Getsemani, è riuscita a persuaderlo di abbandonare la sua missione
divina Luca
22:42.
Quanti cristiani oggi dimostrano questa stessa fermezza e tenacia nelle vie del
Signore?
Gesù è rimasto fedele quando è stato tentato dal diavolo nel deserto, non ha
ceduto dinanzi all’offerte subdole e invitanti del tentatore Luca
4:1-13.
La sua predicazione e insegnamento, anche se a volte impopolare, è rimasto
sempre lo stesso. Non cercò di conquistare la simpatia del mondo religioso del suo tempo ma continuò a dichiarare le parole di Colui che l’ha mandato Giovanni
6:66-67.
Il segreto della coerenza sta nel volere piacere a Dio anziché gli
uomini 1 Tessalonicesi
2:3-4.
"Cristiani come
Cristo" non possono pensare mai, giammai, di essere simpatici al mondo,
anzi non è un bene quando il mondo parla troppo bene di noi Giovanni
15:18-19.
Gesù fu ubbidiente non solo per un tempo, ma lo è stato fino alla morte. La
testimonianza di Paolo è di un uomo che fu fedele fino alla fine 2 Timoteo
4:6-8.
In tempi di ambiguità, dove esiste il pericolo di finire tutti dentro un unico
calderone dottrinale, religioso e così via, occorre riscoprire una identità chiara e ben definita, bisogna essere coerenti alla Scrittura. Ho letto tempo fa questa frase; "se non sei disposto a
prendere delle posizioni per qualcosa, sarai vulnerabile a credere qualsiasi cosa".
Conclusione
Desidero concludere sottolineando le parole del verso 9 "… Dio lo ha sovranamente innalzato". La vita vissuta da Cristo non è stata vana, fu di un immenso beneficio per tanti. Il Signore gode ancora oggi il frutto del suo tormento e non soltanto, gli è stata ridata la gloria che aveva presso il Padre prima di farsi uomo. Vivere da cristiani seguendo Gesù non è tempo perso. È vero che in un certo senso come dice il vangelo, bisogna "perdere la propria vita", ma è altresì vero che Dio onora coloro che lo onorano. |