Una realtà del nostro tempo.
Affrontare questo soggetto non è facile, sia per il poco tempo che abbiamo a disposizione, sia per la complessità dei temi che questo argomento richiederebbe fossero trattati. Non si può parlare di Ebrei messianici in maniera esaustiva se non si toccano anche  temi come la storia di Israele, la storia della Chiesa,  l’antisemitismo, le profezie bibliche…. e tanti altri soggetti correlati. Potete intuire che tutto ciò richiederebbe molto più tempo di quello che noi possiamo dedicare questa sera a questo soggetto. Cercherò quindi di restare strettamente aderente al tema, e cioè il confronto tra Ebrei messianici e cristiani, e poi se resterà un po’ di tempo, potremo, tramite le vostre domande toccare anche questi altri punti.

Dovremo comunque toccare, per iniziare, almeno in parte, l’aspetto storico, perché senza questo contributo difficilmente potremo capire come questo movimento sia diventato in questi ultimi tempi oggetto di attenzione da parte del mondo evangelico. Le nostre radici sono comuni, e possiamo senza dubbio concordare con l’affermazione che Dio non ha mai inteso che la Chiesa fosse separata dalle sue radici ebraiche.

Se apriamo il libro degli Atti, c’accorgiamo subito che la Chiesa inizialmente era composta solo da Giudei. I responsabili erano ebrei, e il cristianesimo si spanse in modo straordinario, con una crescita strepitosa, fin dal nascere proprio in Gerusalemme. Successivamente, e tutti e ricordiamo Pietro nella casa di Cornelio, la Chiesa si espande anche ai gentili. Con lo stupore e la meraviglia degli ebrei convertiti, Dio rivela che la Sua grazia non ha confini, non è esclusività di un solo popolo, ma per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo raggiunge ogni essere umano, ogni peccatore che crede e riceve Cristo come Messia, entra a far parte del suo popolo.

Si viene così a formare una chiesa senza distinzione di razza, cosmopolita, dove per un buon numero di anni, ebrei e gentili formano un unico corpo, anche se fin dall’inizio si creano dei problemi legati proprio al contesto politico, culturale e al background sociale dei nuovi convertiti non ebrei. Ricordiamo l’episodio che Paolo riporta nel secondo capitolo della lettera ai Galati quando proprio in occasione di uno di quegli incontri tra due chiese diverse, gentili ed ebrei, si viene a creare una situazione molto imbarazzante.

Significativa è la famosa frase che Paolo rivolse a Pietro: “”Se tu, che sei Giudeo, vivi alla gentile e non alla giudaica perché costringi i gentili a giudaizzare?”. Questo era uno dei problemi maggiori nella Chiesa primitiva. I Giudei pretendevano che i nuovi convertiti si adeguassero allo stile di vita ebraico: circoncisione e osservanza della “Torah”.

Paolo combatterà strenuamente contro questa mentalità. L’epistola agli Galati, ma anche quella ai Colossesi e molti altri passaggi nelle altre lettere, insistono sulla grande verità della nuova dispensazione: l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per grazia tramite la fede. Il primo concilio di Gerusalemme viene convocato proprio per risolvere questo problema. La risoluzione finale, per bocca di Giacomo, esenta i gentili dall’osservanza della Torah e dalla circoncisione.

Le cose cambiano nel secondo secolo. Dopo la distruzione di Gerusalemme e la conseguente diaspora del popolo ebraico, il problema si inverte. Col passare del tempo i cristiani gentili pretendono che i cristiani ebrei vivano alla “gentile”… la persistenza e l’ostinatezza degli ebrei e cristiani, e non solo, ma anche degli ebrei in generale, a mantenere le loro tradizioni, il loro stile di vita, le loro abitudini e i loro costumi sviluppa una difficoltà di rapporti che col passare degli anni diventa sempre più intensa.

L’antisemitismo ha radici antiche. Queste radici affondano proprio nel cuore di coloro che sono considerati i padri della Chiesa. Primo fra tutti, Origene, considerato il padre dell’interpretazione allegorica delle Scritture, compreso tutti i passi che riguardano Israele; profondo conoscitore del neoplatonismo, tentò di conciliare la filosofia greca con la religione cristiana. Elaborò così una teologia che spiritualizzava la Scrittura, arrivando alla conclusione che i Gentili che ora costituivano la gran massa della Chiesa, erano da considerarsi la “nuova Israele”, perché Dio aveva rigettato per sempre il suo antico popolo. Questi erano le basi per lateologia della sostituzione. Ma erano le basi anche per il sorgere dell’antisemitismo, che ebbe in Giovanni Crisostomo, un eloquente predicatore del quarto secolo, il suo propugnatore più efferato.

Attraverso i secoli gli ebrei furono emarginati, cacciati da ogni nazione, perseguitati, costretti per forza a diventare cristiani, massacrati in massa. Possiamo immaginare quale profondo odio ha generato tutto ciò nel cuore degli ebrei verso qualsiasi cosa che odora di cristianesimo. Eppure, Dio non ha dimenticato il suo popolo. Il movimento messianico ne è la dimostrazione. Questo movimento comincia prendere forma alla fine del 1800, anche se già nel secolo precedente si calcola che 250.000 Giudei abbiano riconosciuto Yeshua come il loro Messia.

In concomitanza, (strana concidenza) con l’espansione del movimento messianico all’inizio del 20° secolo segnaliamo altri due eventi di straordinaria rilevanza:

1. – La nascita del sionismo.

2. – La nascita del movimento pentecostale.

Il ventidue maggio 1901 si tiene a Boston una conferenza messianica organizzata da Mark Levy, un’inglese-Giudeo che ebbe l’idea di formare un’alleanza in America tra Ebrei credenti. ” Cristianesimo Ebraico” così si distingueva questo movimento fino al 1960. Per onorare la storia possiamo dire che i primi tentativi di fondare comunità ebraico-cristiane, furono compiuti a New York 1885, Toronto 1917, Los Angeles 1930 e Chicago 1931, ma la prima vera sinagoga ebreo-cristiana fu aperta il ventidue febbraio 1922 a Philadelphia.

Col passare degli anni si creano delle associazioni in America: la più rappresentativa è l’HCAA (Hebrew Christian Alliance of America) fondata nel 1915, e che diventerà nel 1975 l’ MJAA (Messianic Jewish Alliance of America). Di queste associazioni oggi ce ne sono quattro.

Nel 1975 si contano solo sette congregazioni di Giudei messianici in America. Nel 1985 sono 15; nel 1993 165, e oggi se ne contano 200 negli Usa, 50 in Israele, e tante altre in altri vari paesi.

Il novanta percento delle congregazioni messianiche sono “carismatiche” nell’orientamento teologico, anche perché un terzo di essi proviene dall’ambiente delle Assemblies of God.

Chiaramente il movimento si trova tra due posizioni opposte: da una parte i cristiani dall’ altra gli ebrei. Spesso incontra l’opposizione degli uni e degli altri.

Comunque gli ebrei messianici si considerano “Ebrei” a tutti gli effetti.

Quindi mantengono uno stile di vita perfettamente ebraico: osservano la Torah, celebrano le feste ebraiche tutto questo fin quando possono rimanere in armonia con le scritture. Come tutti i movimenti, ci sono diversità di pensiero, varie correnti dottrinali è un po’ come avviene nel variegato mondo carismatico, ci sono a volte estremi che sconfinano oltre i limiti della Bibbia.

La maggior parte degli ebrei messianici adottano la teologia evangelico-protestante. Sono uguali nella dottrina con una aggiunta: ritengono che il simbolismo ebraico, la cultura e le feste ed altri dettagli relative a costumi ecc. siano da conservare e praticare per mantenere vivo il retaggio, l’identità e l’eredità ebraica.

COSA CREDONO GLI EBREI MESSIANICI 

1. – Yeshua è il Messia. Yeshua è il Signore! Gesù di Nazaret è il Messia promesso ad Israele. Egli è il Dio d’Israele nella carne, YHVH che in accordo con le profezie del vecchio testamento nacque da una vergine, morì e risuscitò il terzo giorno. Egli è YHVH – ELHOIM manifestato in carne.

2. – GLI EBREI MESSIANICI RESTANO EBREI in tutto e per tutto. Essi affermano che:

a) i primi discepoli di Gesù non hanno mai abbandonato la loro fede nel Dio d’Israele. Piuttosto sono entrati in un patto più personale con Lui tramite il Messia, che con la sua opera ha “compiuto” e reso comprensibile la torah.

3. – Yeshua non ha fondato una nuova religione. Egli non è venuto per rigettare Israele, ma per realizzare le promesse (senza toglierne alcuna) per Israele. In accordo con Geremia 31:31-33, Egli venne per fare un Nuovo Patto che avrebbe messo insieme la TORAH, cioè la legge e la RUHACH, lo spirito di Dio nel cuore di Israele.

Quindi non per annullare Israele ma per fare un Israele migliore, un nuovo Israele. Yeshua venne per tutti, quindi i Gentili che l’accettano come Messia sono “INNESTATI” in Israele per mezzo del nuovo patto. Questo nuovo Israele Yeshua lo chiama in ebraico “MIQRAH”, cioè “chiamati fuori”, che in greco è “EKKLESIA” cioè chiesa!

4. – Non sono dei Giudei messianici che devono accettare le dottrine, le tradizioni, i costumi e le abitudini del mondo cristiano… piuttosto sono i cristiani che devono ritornare alle loro radici, le radici ebraiche, lasciando ogni costume, abitudine o interferenza pagana.

5. – Ogni cristiano che riconosce Cristo è un fratello, come lo è ogni Giudeo.

Però non riconoscono tutte le pratiche o dottrine del cristianesimo e del giudaismo.

Ogni ebreo è necessario che riconosca Yeshua come Messia, ma non ogni ebreo deve diventare “gentile”, o assumere le abitudini e le usanze del cristianesimo.

6. – Non tutto il popolo ebraico ha rigettato il Messia. Alla fine del primo secolo si stima c’erano un milione di Giudei convertiti. Oggi hanno superato questa cifra di gran lunga. L’antisemitismo ha introdotto la menzogna che gli ebrei non credono in Gesù come Messia. Il rigetto del cristianesimo da parte di alcuni ebrei messianici non significa il rifiuto di Cristo, ma il rifiuto di diventare cattolici o battisti o altro. Questo perché le denominazioni cristiane hanno poco in comune con lo stile di vita, le abitudini o la vita devozionale di Cristo. I Giudei messianici affermano l’eterna EBRAICITA’ di Yeshua, il leone della tribù di Giuda, così chi cerca di distruggere l’ebraismo non può essere un seguace di Cristo.  Negare l’evidenza dell’ebraicità di Gesù significa negare le scritture.

Quindi: l’antisemitismo è qualcosa contro Dio stesso e per questo è da considerarsi demoniaco.

7. – La restaurazione d’Israele è profetica. E’ una promessa di Dio. Atti 3:21. Questo include la restaurazione della terra, della lingua,  del popolo e  della fede di Israele.

A differenza delle denominazioni cristiane il movimento messianico non ha un linea, un fondatore o un rappresentante ufficiale. Nessuno può parlare a nome di tutti ma tutti, sebbene con differenze e caratteristiche diverse, possono ritrovarsi insieme e sapere la direzione nella quale il movimento si dirige.

Conclusione:

Dio ci chiama ad amare questo popolo; non solo gli ebrei messianici che sono chiaramente parte del corpo di Cristo, ma tutto Israele. Questo non significa condividere sempre la politica e le scelte del suo governo… significa mostrare un sentimento di misericordia verso un popolo al quale come nazioni cristiane, in passato, abbiamo fatto troppi torti. Significa riconoscere il ruolo determinante che questa nazione ha nei programmi di Dio per il futuro. Significa rifiutare quella teologia che vorrebbe continuare ad emarginarlo e ad escluderlo dalle promesse che proprio a loro invece Dio ha rivolto.

E se pure alcuni rami sono stati troncati, e tu che sei olivastro sei stato innestato al loro posto e fatto partecipe della radice e della grassezza dell’olivo, non vantarti contro i rami, ma se ti vanti contro di loro ricordati che non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te. Forse dunque dirai: “I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato”.  Bene; essi sono stati troncati per l’incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi. Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te. Vedi dunque la bontà e la severità di Dio: la severità su quelli che sono caduti, e la bontà verso di te, se pure perseveri nella bontà, altrimenti anche tu sarai reciso. E anche essi, se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati, perché Dio è potente da innestarli di nuovo. Infatti, se tu sei stato tagliato dall’olivo per natura selvatico e innestato contro natura nell’olivo domestico, quanto più costoro, che sono rami naturali, saranno innestati nel proprio olivo. Perché non voglio, fratelli, che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi in voi stessi, che ad Israele è avvenuto un indurimento parziale finché sarà entrata la pienezza dei gentili, e così tutto Israele sarà salvato come sta scritto: “Il liberatore verrà da Sion, e rimuoverà l’empietà da Giacobbe. E questo sarà il mio patto con loro quando io avrò tolto via i loro peccati”. Quanto all’evangelo, essi sono nemici per causa vostra, ma quanto all’elezione, sono amati a causa dei padri  perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento.( Romani 11:18-29)

past.Agostino Masdea