"Dio è il
Pastore"
Ezechiele 34:11-16
Dio si fa conoscere dal suo popolo, rivelando alcune delle sue caratteristiche,
mediante l’uso dei personaggi. Per esempio: un vasaio, dimostra che Egli è Colui che modella il Suo popolo; qui, come il pastore, Colui che guida il Suo popolo. In questa breve meditazione,
vogliamo considerare Dio nella veste di pastore. Una cosa molto importante nel rapporto Pastore - gregge, soprattutto per le pecore, è saper distinguere la voce del pastore ed è importante anche
che il Pastore usi la voce.
Avere un Pastore muto non sarebbe una cosa ideale. Il popolo di Dio non deve
preoccuparsi di questo, perché l’Eterno è l’Iddio che parla. Questa verità è stata evidente nella vita di Mosé; "Or il Signore parlava con Mosé faccia a faccia, come
un uomo parla col proprio amico". Esodo
33:11. Diversa è la realtà per chi pone la propria fiducia in
altri dèi."Gli idoli
delle nazioni sono argento e oro, opera di mano d’uomo. Hanno bocca e non parlano…". La voce dell’Eterno è autorevole, imponente. Nel Salmo
29 leggiamo: " La voce del Signore è sulle acque; il Dio di gloria
tuona… La voce del Signore è potente, la voce del Signore è piena di maestà… La voce del Signore fa tremare il deserto".
Una tal voce, immagino il raggio di distanza che riesce a coprire, come deve
essere forte l’eco mentre ogni parola rimbomba fra le colline e le valli. Come si sentono chiari i Suoi inviti, le Sue istruzioni.
Che conforto per le pecore percepire una voce sempre vicino. La voce del
Signore raggiunge il cuore degli uomini, arriva in ogni luogo, desidera ricondurre a se ogni pecora smarrita. Gesù parlando della voce del buon Pastore la descrive in questa
maniera: "Le
pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori… e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo non lo seguiranno; anzi, fuggiranno
via da lui perché non conoscono la voce degli estranei".
Fratelli, viviamo in tempi di molti estranei, che vogliono solo confondere il gregge del Signore, ma non lasciamoci attrarre dalle loro parole lusinghevoli.
L’unico scopo è quello di farvi allontanare dal gregge del Signore, vogliono rubare le Sue pecore, sono quelli che alla fine vi faranno allontanare totalmente dal Buon Pastore. Impariamo ad ascoltare una sola voce e ubbidire a quella voce che ci chiama a seguirLo. |
|
Non vogliamo fare parte di quelli che Paolo descrive a
Timoteo: 2 Timoteo
4:3 "Infatti, verrà il tempo che non sopporteranno più la
sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie".
Paolo ai Galati
1:6-9 dovette dire: "Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui
che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Ché poi non c’è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma anche se
noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annunzia un
vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema".
Ascoltiamo la voce del buon Pastore, non cerchiamo la voce di Dio in qualche
profeta moderno, la voce di Dio è nella Sua
parola. 1 Pietro 1:20;
2:22.
Il pastore deve essere in
grado di condurre il gregge in luoghi dove c’è abbondanza di cibo e acqua. Deve sapere provvedere per le loro necessità, curare ogni particolare. Il gregge dipende totalmente dal Pastore. Essi non sono in grado di distinguere
l’erba buona da quella cattiva. Ezechiele
34:14 : "Io le pascerò in buoni pascoli". A volte, quando mangiamo qualcosa che ci fa del male il Signore ci sa anche
disintossicare. 2 Re 4
:38-41.
Se l’Eterno è il tuo Pastore nulla, ti mancherà. Paolo
scrive: "Dio
supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze e con gloria, in Cristo Gesù.
Questo interessamento nel provvedere per il gregge è frutto del Suo amore per
le pecore. Credo che per curare un gregge di pecore occorre passione, se questa manca, manca tutto. Il pastore diventa talmente affezionato alle pecore che gli resta difficile staccarsi da
loro.
Tale è stato ed è l’amore di Dio per noi; Gesù ha dato la sua vita per le pecore. Un mercenario che non ama il gregge, si dà alla fuga e il lupo rapisce le pecore e le disperde,
invece il Buon pastore ha l’atteggiamento di Davide, il quale ha difeso il gregge dal leone e dall’orso.
La volontà di Dio è che nessuno è rapito dalle sue mani e Ezechiele 34:12-13 : "…io andrò in cerca delle mie pecore e le ricondurrò da tutti i luoghi dove sono state disperse…le radunerò dai diversi paesi e le |
ricondurrò sul loro
suolo". Dio vuole i suoi vicino a Lui, dove saranno al
sicuro.
Infine, collegato al pensiero precedente, un altro elemento importante: il
rapporto personale e intimo che si crea tra gregge e pastore. È bello notare l’interesse personale che Dio ha nel condurre il Suo popolo.Ezechiele
34:11 :"Eccomi! io stesso mi prenderò cura delle mie
pecore…".
La comunione che abbiamo con il nostro Dio, è a tu per tu. Le religioni cercano
di allontanare sempre i credenti dal loro Dio; per esse Dio si trova in alto, sull’apice di una scala che per poterLo raggiungere vi sono tanti altri che prima bisogna attraversare. Gesù ci ha
rivelato il Padre, ha aperto per noi una via nuova, direi breve, anzi, diretta. Che dichiarazione meravigliosa fa Davide, esprimendo l’intimità e il rapporto personalizzato che c’era fra lui è
Dio "l’Eterno è
il mio Pastore".
Dio non affida il compito ad altri, non si lava le mani quando le sue pecore si
trovano in difficoltà. Il profeta scrive: "Io stesso pascerò le mie pecore, io stesso le farò
riposare… io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, rafforzerò la malata". Isaia scrive ancora: "Egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in
braccio, li porterà sul petto".
La sua cura è costante, non c’è un momento in cui i suoi occhi non sono
poggiati sul suo popolo."Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della
morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me"Che grazia sapere
che l’Eterno dimora in mezzo al Suo gregge.
Credo che sia opportuno sottolineare qualcos’altro, ritenere nella mente del
credente anche del ministro, che "il Signore è il Sommo Pastore".
C’è pericolo che il credente si affezioni troppo al proprio pastore o a qualche
predicatore facendo di lui un idolo. Dobbiamo avere rispetto per il conduttore, sapendo che è un dono di Dio alla chiesa.
Chi presiede è degno di doppio onore, ma non più onore o più ubbidienza a lui
che alla Parola di Dio e al Signore. Non fare del tuo predicatore preferito un idolo, farai del male a lui ed anche a te stesso; l’uomo è imperfetto potrebbe deluderti, "Cristo è il Pastore
perfetto".
Al pastore bisogna ricordare che non è il padrone del gregge, le pecore non
sono sue, ma le ha in affidamento. Non deve assumersi il ruolo di un capo carismatico, o pensare che senza di lui la chiesa non potrà andare avanti. È buono collaborare con altri pastori e
sottomettersi gli uni gli altri. Fra gli uomini non esiste un sommo pastore.
Il gregge è del Signore; i pastori, insieme ai credenti debbano ascoltare la
Sua voce e seguire le Sue orme."Dio è per noi un glorioso Pastore".