SERVIRE IL SIGNORE
"LA SCELTA DI GIOSUE'" (Rif. Libro di Giosuè Cap.24 versi 1 a 28) Giosuè, successore di Mosè, condusse usato da Dio, il popolo oltre il Giordano. Riportò diverse conquiste da Nord a Sud della Palestina. Ricevette da Mosè la Legge di Dio scritta e della Stessa ne fece la regola della sua fede e della sua condotta, il quale fu fondamento delle sue svariate vittorie. Servire il Signore è il privilegio più grande di ogni credente e Giosuè ne comprese il valore, la necessità e l’urgenza. Infatti in questo suo discorso finale invita, con un accorato appello, il popolo a fuggire l’idolatria, e, dopo aver ricordato con quanta grazia e fedeltà Dio lo avesse condotto dalla schiavitù alla terra promessa, lo responsabilizza ad una scelta importante che avrebbe profondamente influenzato il suo futuro: "…scegliete oggi a chi volete servire.." (verso 15). Questo servo fece veramente una scelta importante e definitiva, e lo desiderava anche per il popolo del Signore. Una decisione che si rivelò come: 1). UNA SCELTA PONDERATA. "..Lungi da noi l’abbandonare l’Eterno per servire altri dei!.." (verso 16). Giosuè, manifestò che la sua scelta fu ponderata, riflessiva e li chiamò a riflettere bene sulle loro responsabilità. Era una scelta presa con coscienza, valutata con serietà, perché servire il Signore non è un atto eroico e nemmeno un passatempo, ma piuttosto, l’impegno fedele e costante nel seguire Gesù. Del resto, quel che si richiede a degli amministratori, e che siano trovati fedeli, (1°Corinzi 4:2). Occorre impegno e fedeltà in tutto quello che la Parola di Dio suggerisce: UBBIDIENZA - È sempre stata ricercata più del servizio. ZELO - L’esortazione è a non essere pigri, quanto allo zelo. TIMORE - Questo è stato richiesto già ai tempi antichi: Temete Dio; Onorate tutti e temete il Signore. UMILTA' - È una caratteristica della natura divina. Essa precede la gloria. - PERSEVERANZA - Sii fedele fino alla fine e sarai premiato. Chi avrà perseverato…sarà salvato. SANTITA' - Siamo stati chiamati ad una vita pura e santa, non a impurità. Siate santi perché io sono Santo. Questo ed altro ancora sono suggerimenti che la Parola ricorda. Tuttavia, molta gente di allora e di oggi, non ha compreso il valore di una vita vissuta al servizio di Dio e sciupato la loro esistenza terrena, il loro tempo e le loro energie, ricorrendo a beni del tutto irrisori. Non cerchiamo di guadagnare il mondo e perdere l’anima, (Matteo 6:26). Il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, (Romani 6:23). 2). UNA SCELTA PRONTA. No! Noi serviremo il Signore,(verso 21). La scelta non deve essere motivata da una emozione passeggera, nè da sentimenti superficiali, ma da un sincero desiderio ed impegno che non farà indietreggiare di fronte alle prime difficoltà. A tal riguardo Gesù ricorda: se uno vuole venire…rinunci…prenda…e mi segua, ( Luca 9:23). Il mondo è contrario alla causa di Cristo perciò ogni servitore di Dio dovrà essere pronto ad affrontare prove e dolori per amore del suo Maestro. Questo popolo fu pronto a scegliere per il Signore, anche se dopo, osserviamo in Giudici, si sviò ed abbandonò Dio, dimenticandosi delle opere potenti compiute in loro favore. Quando Dio chiama a fare una scelta, dobbiamo essere pronti, rispondere con sincerità e partire adempiendo ciò che Egli desidera. *Abramo fece una scelta pronta. Dio lo chiamò a lasciare il paese pagano ed andare dove Egli l’avrebbe indirizzato. Fu pronto, senza sapere dove andasse. Quando il Signore chiama lascia ogni cosa e và. E se sei da Lui chiamato, non indugiare, vai perché Egli ti aiuterà. Daniele scelse prontamente di non contaminarsi con i cibi di Babilonia. I suoi tre amici, scelsero prontamente di non adorare la statua di Nabucadonosor. Matteo, scelse subito di seguire il Maestro che lo aveva chiamato, Gli disse: seguimi ed egli lo seguì. Paolo incontrò Gesù e Lo segui prontamente. C’è stata, invece, gente che non ha volute scegliere per Cristo: I religiosi, Pilato, il giovane ricco, ecc… ma ci sono stati altri che hanno scelto prontamente e poi si sono tirati indietro: Anania e Saffira, Dema, Alessandro il ramaio, ecc… Ma Dio ci aiuti affinchè ogni giorno possiamo essere resi capaci di fare scelte sagge e positive, e rispondere prontamente alla sua chiamata. 3). UNA SCELTA PREMIATA. Leggiamo: Poi Giosuè rimandò il popolo, ognuno alla sua eredità, v.28. La decisione ponderata e pronta, presa dal popolo di servire il Signore, fu seguita da una grande gioia e da un profondo senso di soddisfazione. Dio promette ai Suoi servitori: *Il Suo aiuto. Egli è una forza, un rifugio, un aiuto sempre pronto, ( Salmo 46:1,2). *La Sua protezione. Il Signore degli eserciti è Colui che protegge Israele, (Salmo 121). *La Sua guida. Io ti guiderò sempre, (Isaia 48:17 e 58:11). *La Sua assistenza. Egli consiglia, istruisce e sostiene, (Salmo 32:8); (Isaia 41:10 e 43:1). *Il Suo Spirito. Spanderò il mio Spirito su ogni persona, (Gioele 2:28) e (Atti 2:18). Il Consolatore, starà sempre con voi. Finchè lo Spirito Santo guiderà la nostra vita, il nostro cammino sarà agevolato. Nell’eternità, Dio rivelerà il giusto valore del servizio svolto qui in terra, che sarà ricompensato non per l’importanza che ha avuta agli occhi degli uomini, ma per la fedeltà con cui lo si è svolto. La cosa che dobbiamo sempre tenere presente è che Dio premia coloro che Lo cercano, ma anche il fatto che Egli è il Solo che ricompenserà i Suoi figlioli. Stiamo servendo il Re dei Re, il Signore della gloria, ed Egli stesso ricompenserà il servizio fedele. CONCLUSIONE: La scelta di ognuno di noi, sia quella di servire l’Iddio del cielo e della terra, ed un giorno sentiremo: Va bene, buono e fedel servitore, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del Tuo Signore, (Matteo 25:21). Una scelta ponderata e pronta, sarà premiata e l’acclamazione del cuore sarà: Vale la pena di servire il Signore! IDDIO CI BENEDICA!!!!!!
TRE ALBERI
TRE ALBERI
Nelle chiese perseguitate viene spesso e volentieri raccontata questa parabola. Per quelli che soffrono il carcere è motivo di consolazione. In un bosco c’erano una volta tre giovani alberi, legati fra loro da uno stretto rapporto di amicizia. Vollero pregare insieme, affinché non fosse la putrefazione a mettere fine alla loro vita, ma che il loro legno fosse utilizzato dagli uomini. Il primo albero espresse il desiderio di diventare una mangiatoia da cui potessero mangiare delle bestie stanche dopo una lunga giornata di lavoro. Dio ricompensò la sua modestia. Da lui venne ricavata una speciale mangiatoia, e cioè quella in cui venne posto più tardi il neonato Figlio di Dio. Vide angeli vegliare sul bambino, ascoltò Maria cantare delle ninne nanne e i magi e i pastori inginocchiarsi davanti a quel bambino. Con che altro albero il destino ha avuto mai progetti migliori?
Il secondo albero vide sul lago ai suoi piedi delle barche e pregò che dal suo legno potesse essere costruita una barca. La sua preghiera fu esau¬dita e molte persone usarono quella barca come mezzo di trasporto. Un giorno vi salì un viaggiatore straordinario: il Figlio di Dio. La barca ascol¬tò parlare Gesù con parole piene d’amore e di sapienza, che mai aveva ascoltate prima d’ora. Durante una violenta tempesta la barca minacciò di capovolgersi, ma Gesù sgridò i venti e il mare e si fece gran bonaccia. A causa di questi avvenimenti era valsa la pena per l’albero di morire.
Il terzo albero non sapeva che cosa avrebbe voluto diventare, perciò altri decisero al suo posto. Ne ricavarono una grande croce che doveva servire come strumento di tortura. Chi era allora più afflitto di quell’albero? Un giorno su quella croce venne inchiodato il Figlio di Dio. Diversamente dalle altre, su questa croce non si sentirono né lamenti, né imprecazioni, ma parole del divino perdono, parole che aprirono le porte del cielo e permisero ad un ladrone di pentirsi, parole compassionevoli rivolte alla madre e parole piene di fiducia rivolte al Padre. Allora il legno capì ì che il suo contributo alla crocifissione di Gesù era servito alla salvezza dell’umanità e così fu ripieno di gioia. Nessuno cerca la sofferenza. Soltanto delle anime straordinarie sono chiamare a grandi rinunce, come povertà volontaria, castità e. se il caso lo richiede ubbidienza fino alla morte.
Noi non ci cerchiamo l’afflizione: potremmo benissimo farne a meno. Però dobbiamo e vogliamo rallegrarci quando ne veniamo colpiti. L’afflizione quando è accettata diventa tuttavia anche una fonte di felicità e di pace.