Non di pane soltanto vivrà l’uomo ma d’ogni
parola che proviene dalla bocca di Dio. (Matteo 4:4)
Il popolo d'Israele nel deserto era preoccupato
del cibo e della sussistenza. Il Signore gli aveva provveduto con la manna, con la carne delle quaglie, con l'acqua scaturita dalla
roccia. Ma assieme, ogni volta, aveva affiancato il richiamo alla fedeltà all'Alleanza, all'obbedienza alla Legge data da Mosè, perché in questa adesione stava la sua sopravvivenza come popolo di
Dio.
Gesù rivive le medesime tentazioni: "Di' che questi sassi diventino pane"; ma sceglie non di fermarsi alla preoccupazione del solo pane materiale, ma di aprirsi alla parola di Dio: "Non di solo
pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Altrove dirà: "Mio cibo è fare la volontà del Padre mio"
(Gv 4,34).
Anche noi, e dunque l'uomo in generale, siamo continuamente tentati di rinchiuderci alla sola ricerca del benessere materiale e del consumismo e riporre nella salute del corpo, nello sviluppo
economico e tecnico tutta la nostra attesa e la nostra sicurezza. Ma, ricorda il Signore. ben più grande è la tua fame, o uomo, ben più profondo è il tuo bisogno interiore, e quindi ben più alta
è la tua riuscita e soddisfazione. Allora, apriti a Dio, alla sua Parola, al suo disegno, perché sei fatto per Dio, per il cielo, non per la terra. "Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro
cuore è inquieto finché non riposa in te" (sant'Agostino).