Aiutami, o Signore, mio Dio, salvami per la tua grazia, e sappiano che questo è opera della tua mano, che sei tu, o Signore, che l’hai fatto
(Salmo 109:26-27)
La condizione di Davide è tremenda, è in uno stato pietoso: Io son misero e povero, e il mio cuore è ferito dentro di me. Me ne vado come ombra che si allunga, sono cacciato via come una cavalletta. Le mie ginocchia vacillano per il digiuno e il mio corpo è gracile e deperisce (vv. 22-24).
Oltre che illustrare profeticamente le sofferenze del Cristo, il salmo descrive uno dei momenti difficili della vita di Davide. Ne ebbe molti. Alcuni causati dai suoi nemici, altri dalle sue infedeltà. Egli, però, confidò sempre in Dio.
Nel versetto di oggi Davide chiede liberazione al Signore, domanda il Suo intervento personale, s’appella alla Sua grazia e prega: e sappiano che questo è opera della tua mano. Domanda il giusto giudizio sul malvagio, ma desidera che tutti vedano e sappiano che è stato Dio ad agire, chiedendoGli di mettere la Sua firma.
La fede di Davide unita al desiderio di vedere il Solo Nome di Dio innalzato è un esempio mirabile.
Chissà quante volte il Signore “non può agire” in nostro favore perché vogliamo mettere la nostra di firma, prenderci la nostra soddisfazione, cercare la nostra gloria.
Amato in Cristo, qualunque prova ti stia affliggendo, qualunque promessa tu voglia realizzare o vittoria conseguire… impara da Davide: non cercare mai la tua soddisfazione personale, non cedere nemmeno alle più “innocenti” pretese del tuo io che tenta d’imporsi.
Soltanto, prega con fiducia: “Signore opera Tu, intervieni nella mia situazione, e chiunque vedrà l’opera Tua in mio favore non potrà non vedere la Tua firma. Fai in modo, o Signore, che perfino il più scettico debba riconoscere che in questo “c’è la mano di Dio”.
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