Difficoltà, prove e nemici sono necessari affinché la conoscenza di Cristo si completi nell'esercizio della nostra fede in Lui, superando tutte le difficoltà che potremo incontrare. Abbiamo purtroppo dei nemici: i nemici di Davide avevano un volto e un nome, i nostri nemici, al contrario, non hanno un volto poiché non combattiamo contro carne e sangue, ma contro le forze spirituali della malvagità che sono nei luoghi celesti.
Il cristiano deve
contrastare e vincere nemici che si trovano sia dentro che fuori di lui. Egli deve fare i conti con gli emissari di Satana, ma anche con le inclinazioni malvagie della propria natura, gli istinti
della carne e i desideri insani del suo spirito che tentano di sfuggire al controllo che lo Spirito Santo vuole esercitare su di lui.
In particolare i versi 37-40 ci illustrano quale posizione dobbiamo assumere nei confronti dei nostri nemici. Innanzitutto l'uomo di Dio non nutre nei loro confronti alcun timore poiché è
consa¬pevole della forza che ha ricevuto da Gesù: "Tu mi hai cinto di forza per la guerra...". Per la grazia di Dio noi possiamo dire insieme all'apostolo Paolo: "Io posso ogni cosa in Cristo che
mi fortifica".
Essere consapevoli che, Colui che è in noi è più potente di colui che è contro di noi, è la condizione necessaria per risultare vincitori. Davide non si affidò al calcolo delle probabilità
affrontando il gigante, ma disse sicuramente: "oggi Iddio ti darà nelle mie mani". Egli non pensava solo a difendersi ma anche ad attaccare i suoi nemici. Non dobbiamo per nulla essere spaventati
dagli avversari, dice Paolo, il che è per loro una prova evidente di perdizione, ma per voi di salvezza.
Confidiamo nella promessa che "la progenie della donna schiaccerà il capo del serpente" e procediamo verso la meta attraversando i "campi di battaglia" come vincitori e trionfatori nel nome di
Gesù Cristo.
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