Perchè guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? (Luca 6:41)
Per noi è impossibile stare tra la gente senza valutarne il comportamento.
Gesù non disapprovò tanto questa inclinazione, ma, piuttosto, quella a criticare superficialmente la condotta altrui.
Egli non disse che la pagliuzza no esiste, in una società sempre più accecata e perversa.
Tuttavia, perchè non possiamo conoscere a fondo il cuore delle altre persone, tutti i fatti o le circostanze che possono a monte di una certa loro condotta, ci viene ordinato di non giudicarle
assumendo un atteggiamento ostile, di aspra censura e spietata condanna.
La facilità di critica nei confronti degli altri è spesso frutto di uno spirito che si compiace di denigrare la condotta altrui per evidenziare la propria giustizia o per scusare le proprie
"piccole" mancanze.
Ciò deriva anche da un desiderio di accusare e demolire del tutto fine a se stesso, che non prevede alcuna forma di correzione e aiuto per chi sbaglia.
E' di questa "trave" di auto giustizia e mancata dimostrazione di misericordia che Gesù denunzia, chiamando "fratello" l'altra persona.
Dio ci doni equilibrio spirituale per trattare con schietta severità il peccato, usando però verso il peccatore quella compassione che servirà a ristabilirlo.
ADI-MEDIA
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