Qualcuno, una volta, ha paragonato il pettegolezzo e la maldicenza ad un cuscino di piume
sparse al vento da un luogo elevato.
Anche a ravvedimento avvenuto e a scuse fatte, le piume non sono recuperabili; almeno
non tutte.
Signore abbi pietà di noi, quando disavvedutamente facciamo del male al nostro prossimo
(e a noi stessi!) spargendo cuscini di piume.
"Se si vuole evitare di far del male agli altri o di essere prima o poi annoverati tra le
vittime della maldicenza, è importante sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e
dove inizia invece il pettegolezzo nocivo".
Il pettegolezzo può essere divertente e stimolante, ma anche vendicativo e distruttivo.
Perché una banale o anche "amichevole" conversazione molto spesso degenera in
pettegolezzi nocivi?
Come evitare lo slittamento in forme che si rivelano dannose per la salute spirituale di
credenti e comunità?
IL POTERE DEL PETTEGOLEZZO
Il pettegolezzo ha un potere formidabile.
Spesso e volentieri è alla base di litigi, contrasti e disordini pubblici; può infrangere i
legami familiari e rovinare carriere promettenti. Tra gli altri mali di cui lo si rende
responsabile, figurano le notti insonni, il dispiacere e la tristezza. Probabilmente siamo già stati anche noi vittima di un pettegolezzo, ma se non lo siamo
stati c'è da aspettarsi che un giorno o l'altro qualcuno tenterà di “spararci alle gambe”,
cercherà di dir male anche di noi.
Non soltanto il pettegolezzo resiste, ma è fiorente.
Fino ad ora, nessuna legge e nessun metodo umano è stato capace di stroncare i suoi
effetti devastanti.
È dappertutto, lo si trova nelle famiglie come nelle comunità, nei circoli elitari come negli
ambienti popolari, nella politica e perfino nell'ambito religioso.
È comunque quasi quanto il respirare.
Certamente, la maldicenza rivela un aspetto ripugnante della natura umana, quando ci si
alletta nell'offuscare la reputazione di chi ci circonda, nel distorcere la verità e nel
frantumare la serenità dell'esistenza altrui.
Perciò, se si vuole evitare di far del male agli altri o di essere prima o poi annoverati tra le
vittime della maldicenza, è importante sapere dove si ferma la conversazione inoffensiva e
dove inizia invece il pettegolezzo nocivo.
IL FASCINO PERVERSO DELLA MALDICENZA
Le innocue conversazioni da salotto spesso degenerano in dicerie maliziose e incontrollate.
Talvolta, le parole oltrepassano i limiti trasformandosi in calunnia pura e semplice, che
viene definita come “una imputazione menzognera che attenta alla reputazione, all'onore
di qualcuno”
“Il vento del nord porta la pioggia, e la lingua che sparla di nascosto fa oscurare il viso”
(Proverbi 25:23). Un'altra traduzione così rende il versetto: “Il vento del nord genera la
pioggia, e le maldicenze provocano la collera altrui”.
Tenuto conto del suo potenziale distruttivo, come spiegare che il pettegolezzo esercita
spesso una tale attrattiva, che sia cioè così irresistibile?
E ancora, dove si situa la linea di demarcazione tra considerazione inoffensiva e diceria
perniciosa?
Molto spesso, le conversazioni inoffensive slittano su un terreno improprio oltrepassando i
limiti dell'educazione e del buon gusto.
I fatti vengono adornati, ingranditi o deformati.
Spesso la risata prorompe proprio quando si riesce ad umiliare gli altri.
Gli affari privati vengono svelati, le confidenze tradite, la reputazione compromessa o
addirittura distrutta.
La recriminazione, il mormorio e la critica sono capaci di offuscare anche le azioni più
meritevoli.
Che vi sia o non vi sia la deliberata intenzione di nuocere non è di grande consolazione per
la vittima. Perciò si è paragonato il pettegolezzo pernicioso a del fango gettato su di un
muro tinteggiato di recente: anche se non resta incollato, lascia sempre una macchia.
La maldicenza è un mezzo pratico per iniziare ad intrattenere una conversazione e di farsi
così accettare dall'interlocutore. Infatti, è dimostrato dall'esperienza che generalmente le
persone provano un interesse molto più profondo nell'ascoltare delle dicerie negative che
delle parole costruttive.
Alcuni sembrano anche provare piacere nel dare conto di ciò che li scandalizza, perciò si
abbandonano a rivelazioni sensazionali e salaci.
Il pettegolezzo costituisce quindi un eccellente mezzo per attirare l'attenzione su di sé: più
la diceria pesca nello scandaloso e lo scabroso, maggiore sarà il suo potere di attrazione e
di far colpo sull'ascoltatore. Raramente, invece, ci si preoccupa di fornire delle prove da indicare come fondamento alle
affermazioni pronunciate.
Proprio per questa sua capacità di solleticare le passioni e di far leva sul sensazionale, la
maldicenza conserva intatto il suo fascino perverso, che miete vittime anche in una società
cosiddetta “avanzata” come la nostra e appare irresistibile anche alle menti più raffinate.
Il pettegolezzo malevolo: la calunnia
L'invidia e l'odio sono spesso all'origine della forma più distruttiva del pettegolezzo: la
maldicenza, il pettegolezzo malevolo ovvero la calunnia.
Certuni parlano dei loro simili con una intenzione volutamente cattiva.
Il motivo è talvolta un desiderio di vendetta nato dalla gelosia o da un'offesa ricevuta
oppure dall'invidia opportunamente dissimulata o ancora da una naturale, insana
predisposizione alla mistificazione della realtà.
Quale sia la causa l'origine invece è certa, infatti “è dal di dentro , dal cuore degli uomini,
che nascono cattivi pensieri... calunnia...” (Marco 7:21,22).
Chi si dedica alla diffamazione cerca comunque di favorire i propri interessi rovinando la
reputazione altrui.
Anche se la calunnia è indubbiamente la più condannabile delle forme di pettegolezzo,
ogni intenzione nefasta e maligna rivela mancanza di responsabilità e costituisce un danno
alla morale.
Come evitare gli effetti dannosi della maldicenza?
Le conversazioni inoffensive ed informali a proposito di amici e di conoscenze si
propongono molto spesso come uno strumento di comunicazione ed un mezzo per
intrattenere delle relazioni con i nostri simili.
Tuttavia nulla può giustificare il pettegolezzo pernicioso, né la calunnia.
Le dicerie così propalate fanno male e lasciano profonde ferite. Possiamo anche rovinare
delle buone relazioni, compromettere la reputazione e la serenità dei nostri simili.
Come fare per restare nei limiti del convenevole e non cadere nel pettegolezzo dannoso?
Come evitare di essere voi stessi vittima di questa perversa abitudine?
La Bibbia offre alcuni consigli mai forniti finora sull'argomento, nemmeno dalle menti più
illuminate che l'umanità possa vantare.
· Controllare la propria lingua:
“Nella moltitudine delle parole non manca la colpa, ma chi frena le sue labbra è prudente”
(Proverbi. 10:19).
Vale a dire, “Riflettiamo prima di parlare”.
Prima di dire qualunque cosa su di qualcuno, domandiamoci: “Oserò ripeterlo in sua
presenza? Che cosa avrei pensato se ciò fosse stato detto di me?” (cfr. Matteo 7:12).
Nel Salmo 39:1, si legge: “Farò attenzione alle mie vie per non peccare con la mia lingua;
metterò un freno alla mia bocca”;
· Non prestare ascolto alla maldicenza.
Le chiacchiere incontrollate non sono le sole da mettere sotto accusa; coloro che prendono
piacere ad ascoltarle hanno anche la loro parte di responsabilità!
Il semplice fatto di ascoltare può essere interpretato come un'approvazione silenziosa e
rappresentare al tempo stesso un modo per favorire la propagazione delle dicerie
perniciose: “Il malvagio dà ascolto alle labbra inique, e il bugiardo dà retta alla cattiva
lingua” (Proverbi 17:4). Di conseguenza quando una conversazione scivola su un terreno
scabroso, dobbiamo avere il coraggio di dire: “Forse è il caso che parliamo di
qualcos'altro!” E se i nostri amici si rivelano dei pettegoli inveterati, è opportuno cercare
altre compagnie!
“Chi va sparlando palesa i segreti; non t'immischiare con chi apre troppo le labbra”
(Proverbi 20:19). Una traduzione rende il verso nel modo seguente: “Evita quindi la gente
che parla molto”.
Sarebbe d'altronde sorprendente se prima o poi non diventassimo proprio noi l'oggetto di
conversazione!
· Non reagire in modo eccessivo al pettegolezzo.
La maggior parte delle persone ama spettegolare finché non sono loro ad essere chiamate
in causa.
Immaginiamo, però, che si faccia correre sul nostro conto una storia menzognera o delle
cattive dicerie.
È possibile talvolta risalire alla sorgente e rettificare con calma le cose.
Che fare, poi, se questo risulta impossibile?
Andare in collera non servirebbe a nulla. Infatti chi è pronto ad andare in collera compie
degli atti insensati avverte la Bibbia (Proverbi 14:17).
Dalla bocca di Salomone ci viene questo consiglio: "Non porre dunque mente a tutte le
parole che si dicono (...); poiché il tuo cuore sa che sovente anche tu hai maledetto gli
altri” (Ecclesiaste 7:21,22).
Il pettegolezzo “fa parte della vita” ed è probabile che in un momento o nell'altro noi ci
siamo anche lasciati andare! · Non gettare benzina sul fuoco.
Se la diceria continua a diffondersi, chiediamoci se non siamo noi a fornire agli altri
materia per spettegolare! Può succedere infatti che proprio con un comportamento
dubbioso suscitiamo dei sospetti.
Quindi se siamo noi ad essere vittima della calunnia, perché non domandarci se la nostra
condotta, il nostro comportamento di fronte agli altri non portano acqua al mulino dei
nostri denigratori?
Forse potremmo contribuire a far sì che cessino le dicerie cambiando qualche cosa nel
nostro stile di vita: "Quando manca la legna, il fuoco si spegne" (Proverbi 20:26); “Non
v'ingannate; non ci si può beffare di Dio; poiché quello che l'uomo avrà seminato, quello
pure mieterà” (Galati 6:7); “Perciò chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere” (1
Corinzi 10:12).
· Occuparsi degli affari propri.
Eviteremo molti dispiaceri, agli altri e a noi stessi, applicando alla nostra vita questo saggio
consiglio: “Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose
pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e
qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri... e l'Iddio della pace sarà con voi” (Filippesi
4:8,9).
Come dimostrano queste parole, Dio in persona s'interessa al modo in cui noi parliamo
degli altri.
Gesù Cristo ha lasciato questo avvertimento: “Or Io vi dico che d'ogni parola oziosa che
avranno, detta gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché dalle tue parole
sarai giustificato, e dalle tue parole sarai condannato” (Matteo 12:36,37; Salmo 52:3-6).
Desideriamo intrattenere buoni rapporti con gli altri, conservare la pace interiore e,
soprattutto, onorare il Signore, nella nostra vita?
Allora seguiamo il consiglio della Parola di Dio: “Voi... siete stati ammaestrati da Dio ad
amarvi gli uni gli altri:... Ma v'esortiamo fratelli, che vie più abbondiate in questo, e vi
studiate di vivere in quiete, di fare i fatti vostri e di lavorare con le vostre mani” (1
Tessalonicesi 4:9-11).
Interessiamoci agli altri ma in modo amorevole e nei limiti della buona educazione.
Soltanto così riusciremo a mantenerci lontano dal pettegolezzo malevole e dannoso.
Da:Adi Modugno
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