IL TEMPO CHE RESTA

"Colui che ha sofferto nella carne rinuncia al peccato, per consacrare il tempo che gli resta da vivere nella carne, non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio" (I Pietro 4: 1,2)

Non possiamo decidere quanto vivere, ma possiamo scegliere se e quanto vivere secondo la volontà di Dio.
Sapendo quanti mesi di vita gli restano, molti che ne hanno le facoltà materiali pensano a sfruttare il tempo per godere tutte quelle cose cui hanno rinunciato.
Spese ingenti senza più calcoli, voglie e trasgressioni trovano sfogo sfrenato.
La morte che incombe è vista come liberazione da sofferenze e, spesso, da inibizioni.
Tutto questo però denuncia la mancanza di una prospettiva celeste, di vero conforto spirituale.
Il credente ammalato, conoscendo o ignorando quanto potrà durare la sua esistenza, è certo che la sua vita è nelle mani di Dio e neanche la morte lo potrà strappare da esse.
Tale luminosa speranza produce la consacrazione cristiana, che non è cieca rinuncia alle gioie della vita e ai suoi piaceri, bensì rifiuto di quanto non viene dalla mano del Signore, di ciò che Lo disonora e separa da Lui.
La vita terrena è appena una breve parentesi per l'anima immortale dell'uomo.
Che tu immagini o no quanto ancora durerà la tua, passala bene, per ricevere vita eterna e per andare ovunque il Signore ti manda, per fare sempre meglio tutto ciò che Egli ti chiama qui a compiere.

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