VIENI A VEDERE

C’è un invito per te: “Venite a vedere!”. Dio non chiede a nessuno di credere solo sulla base di quello che gli altri dicono. I veri credenti non sono dei “creduloni”, non credono, cioè, a tutto quello che viene detto, ma possono ed anzi devono andare a vedere personalmente se le cose che vengono loro dette siano vere. Il messaggio della Bibbia è certamente di beneficio per la vita di tutti i giorni: Dio guarisce dalle malattie, scioglie i legami del peccato, spezza le catene del vizio, interviene nei problemi finanziari! Ma il messaggio senz’altro più importante della Bibbia è che la tua anima può essere salvata! È possibile ancora oggi perché Gesù non è più nella tomba, bensì è risorto dalla morte! Gesù è il Risorto, ed ora si trova in cielo, dove del continuo prega per te: se non ci credi, vieni a vedere!…

La luce era tornata. Il turbinio di emozioni ed agitazioni connesse a quella barbara esecuzione si era acquietato. Mentre le persone tornavano alla vita normale, come se, in realtà, niente fosse accaduto in quelle ore drammatiche, per quanti avevano conosciuto ed amato Gesù era iniziato il momento del dolore e del ricordo. In questo contesto si inserisce il brano riportatoci dall’evangelista (Matteo 28:1-7), il quale riferisce di alcune donne che, di mattina presto, si erano svegliate per affrontare un compito doloroso: recarsi al sepolcro per ungere il corpo del Signore, proprio come voleva la tradizione (cfr. Marco 16:1).

Oggi questa tradizione non esiste più, ma sicuramente il sentimento di straziante dolore ed umana pietà che ha accompagnato quelle donne dal giorno della crocifissione di Gesù fino a quella mattina “del primo giorno della settimana” può essere ben compreso da quanti hanno attraversato, o attraversano, momenti di profondo sconforto per la perdita di qualcuno di importante. Se avessimo potuto, anche solo metaforicamente, accompagnare queste donne durante il penoso tragitto, se avessimo potuto ascoltare i loro discorsi, avremmo certamente percepito il loro senso di scoraggiamento, (“…Ora che Gesù è morto, tutto è finito!”), di paura (“...Chi ci aiuterà adesso che Lui non c’è più?”) o di incomprensione di quelle strane parole che Gesù aveva detto alcuni giorni prima: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e saranno compiute riguardo al Figlio dell’Uomo tutte le cose scritte dai profeti; perché egli sarà consegnato ai pagani…e dopo averlo flagellato lo uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà” (Vangelo di Luca 18: 31-33).

Ma è proprio a persone come queste donne, sofferenti e senza speranza, che viene rivolta una parola particolare: prima un incoraggiamento, poi un invito.

L’incoraggiamento: “Non temete” Si tratta della frase più incoraggiante della Bibbia, che può avere un senso se colui che la pronuncia è in grado di intervenire e cambiare la situazione negativa, oppure se ha la possibilità di dare la forza necessaria per superare il momento sfavorevole.

“Non temete”: quando questa frase è pronunciata da un uomo, tante volte non ha senso, ma i credenti sono testimoni del fatto che, quando questa frase viene pronunciata dalla bocca del Signore, allora il cuore si calma, la tempesta passa, il dolore si allevia, il peso diventa leggero, le forze aumentano e la speranza sorge nell’animo. Se attraversi un momento di sofferenza, sappi che solo Gesù può avvicinarsi a te per dirti: “Non temere!”.

Non si tratta, tuttavia, di un incoraggiamento che vale per tutti: l’angelo, infatti, si rivolse alle due donne dicendo “Voi non temete”, così segnando una netta differenza rispetto alle guardie del sepolcro, che, invece, tremarono e rimasero come morte.

“Non temere” è un incoraggiamento riservato soltanto a coloro che intraprendono un percorso spirituale per recarsi dal Signore, e tale cammino è ancora percorribile da quanti desiderano conoscere personalmente il Signore Gesù!

L’invito: “Venite a vedere” Quando l’incoraggiamento a non temere proviene da Dio, allora l’effetto necessario ed immediato che ne deriva è quello della serenità e della tranquillità, ma queste donne sono destinatarie non solo di un incoraggiamento, ma anche di un invito: “Venite a vedere!”. Dio non chiede a nessuno di credere solo sulla base di quello che gli altri dicono.

In altre parole, i veri credenti non sono “creduloni”, non credono, cioè, a tutto quello che viene detto, ma possono ed anzi devono andare a vedere personalmente se le cose che vengono loro dette siano vere. Il messaggio della Bibbia è certamente di beneficio per la vita di tutti i giorni: Dio guarisce dalle malattie, scioglie i legami del peccato, spezza le catene del vizio, interviene nei problemi finanziari, ma il messaggio più importante della Bibbia è e resta la salvezza della tua anima! E tutto ciò è possibile ancora oggi perché Gesù non è più nella tomba, bensì è risorto dalla morte, anzi Egli è il Risorto, ed ora si trova in cielo, dove del continuo prega per te: se non ci credi, vieni a vedere! Venire a vedere significa, però, fare anche un passo in avanti. Per poter vedere bene, occorre necessariamente fare “un passo in più”.

Rimanendo immobili nella posizione in cui si trovavano, quelle donne potevano vedere solo una parte della tomba, non tutta. Per togliere ogni dubbio ed avere piena certezza dovevano cambiare posizione, dovevano necessariamente fare un passo in più: “Venite a vedere il luogo dove giaceva”. Non è possibile scorgere tutta la pienezza della grazia di Dio se non si è disposti a fare un passo in più, se non c’è la disponibilità a cambiare posizione. Nella vita delle persone, nonostante la necessità e l’urgenza di andare a Cristo Gesù, ci sono ancora delle posizioni dalle quali non ci si intende spostare, ma che impediscono di vedere bene:

• la posizione dell’orgoglio: “Non ho bisogno di nessuno!”

• la paura di perdere il prestigio: “Se vado a vedere, cosa diranno gli altri?”

• la posizione più pericolosa, quella del peccato radicato nel cuore: “Se vado a vedere, poi non posso più fare quelle cose!”

Un incoraggiamento: non avere paura! Un invito: vieni a vedere! Ma a vedere che cosa? Oggi, non si tratta tanto di andare a vedere un sepolcro storico, nonostante la suggestiva emozione che ciò possa suscitare, ma piuttosto di sperimentare la risurrezione di Cristo! Egli non è più morto, è vivo e vuole farsi conoscere personalmente proprio da te che leggi queste poche righe. Gesù stesso, rivolgendosi a Giovanni, dice: “Non temere, io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades” (Apocalisse 1:17-18).

Forse, mentre leggi queste parole, ti trovi proprio come quelle donne afflitte e scoraggiate: non perdere la speranza, piuttosto vieni a vedere quello che Dio può fare per la tua vita. Magari già da tempo ti trovi alla soglia di quella tomba: Dio ti sta invitando ad entrare, non andartene senza avere prima visto dentro!

Francesco Carvello

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