Chi è dunque il maggiore nel regno del cieli? (Matteo 18:1)
MAGGIORE E MINORE
Era il tempo in cui Gesù ammaestrava i propri discepoli dicendo che il Figliuol dell'uomo sarebbe stato dato nelle mani dei suoi nemici, sarebbe stato ucciso e sarebbe risuscitato dopo tre giorni. I discepoli non capivano cosa intendesse dire e dicevano in cuor loro: "Chi di noi sarà il maggiore?", senza però avere l'ardire di domandarlo al divino Maestro. Gesù che conosceva bene il loro pensiero, volle dimostrar loro la via per poter essere il maggiore. Prese un piccolo fanciullo e lo pose in mezzo a loro. Era un esempio di semplicità e allo stesso tempo di umiltà. In quel piccolo fanciullo era raffigurata la necessità di umiliarsi e di cominciare a vivere con fede semplice e sincera, abbandonando ogni frode e malizia. Ma quel bambino non era il solo esempio che essi avevano davanti, ve ne era un altro ancor più illuminante: era lo stesso Gesù che disse: "Imparate da me che sono mansueto e umile di cuore e troverete riposo alle anime vostre" (Matteo 11:29). Umiliarsi! Anche Giovanni Battista affermò questa necessità: "Bisogna che Egli cresca ed io diminuisca" (Giovanni 3:30). È questo l'impellente bisogno della chiesa oggi. Se vogliamo evitare che il “Cristianesimo” si areni su posizioni aride, dobbiamo renderci conto della necessità del nostro arrendimento alla crescita di Cristo in noi. Ricordiamoci le parole di Gesù: "Chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo" (Matteo 20:27).
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