"Ubbidite a quelli che dirigono la comunità e
siate sottomessi. Perché essi vegliano su di voi, come persone che dovranno rendere conto a Dio. Fate in modo che compiano il loro dovere con gioia; altrimenti lo faranno malvolentieri e non
sarebbe un vantaggio nemmeno per voi. Pregate per noi. Noi crediamo di essere tranquilli in coscienza, perché desideriamo comportarci bene in ogni occasione." (Ebrei 13:17-18)
La pluralità dei ministeri nella guida di una Comunità cristiana è un prassi che troviamo sin dagli inizi della Chiesa del Signore. Dio ha sempre preservato il suo popolo dalla tirannia e dai
personalismi distribuendo “doni” e “ministeri” in senso plurale, in relazione sia alla varietà che al numero dei credenti che li esercitano. L’ordine che Dio ha stabilito è quello della
“sottomissione” reciproca e, in ordine alla posizione rivestita nella Chiesa, alle autorità costituite da Dio e riconosciute dalla Chiesa stessa – corpo di Cristo - perché Dio non approva la
confusione. Riconoscere il piano di Dio, nella comunità locale, vuol dire condividerne i propositi, le strategie, i mezzi designati e la piena realizzazione. Infatti il corpo di Cristo, nella
varietà delle sue membra, è uno solo e, nella varietà dei ministeri, cresce in un clima di unità e nella relazione con Cristo.
Le vera benedizione non è nelle formule o nelle parole che pronunciate, e talvolta estorte per giustificare la carnalità delle proprie scelte, non corrispondono alla volontà di Dio.
Alcuni, disprezzando le autorità spirituali, preferiscono stabilire un rapporto privilegiato con l’autorità “suprema”, cioè Dio, e utilizzano il linguaggio della ribellione, fatto di “sento…
vedo… Dio mi ha detto… mi è stato rivelato… ho ricevuto una chiamata…”, esprimendo di fatto arroganza e presunzione nei confronti della Chiesa e dell’ordine che il Signore ha stabilito. Sono
quelli che suonano da soli, che leggono “tra le righe” della Parola di Dio per legittimare pensieri e comportamenti che non sono in armonia con la Verità. Si illudono di avere abilità,
discernimento e doni superiori agli altri: agendo così dimenticano che la fonte e il distributore dei doni è Dio stesso, ma noi abbiamo la responsabilità di esercitarli nella guida dello Spirito
Santo e nella sottomissione alle autorità che il Signore ha stabilito.
Non quello che l’uomo decide, pensa e si attribuisce è benedetto… ma “... quel che fa ricchi è la benedizione del SIGNORE…”, e Dio ha stabilito i luoghi, le modalità e i tempi per concedere la
Sua benedizione. È riportato in Atti 13 che Paolo e Barnaba ricevettero una chiamata per uno speciale mandato. Non furono loro a proclamarsi “missionari” o “inviati speciali”… fu lo Spirito Santo
a parlare – e tutti lo udirono. La chiesa riconobbe e condivise la missione, pregò e digiunò perfettamente unita e impose le mani, nel senso della benedizione, identificandosi con la missione,
inviandoli nella missione e sostenendoli durante tutto il tempo della missione! I commentatori biblici concordano nell’affermare che tra il mandato e l’inizio del lavoro missionario passò un
lungo periodo, forse anni, in cui la chiesa pregò e digiunò, aspettando i tempi di Dio.
Creare strappi, divisioni e conflitti nella comunità cristiana, non solo non porta la vera benedizione ma carica di responsabilità e giudizio coloro che li provocano. (1Corinzi 11:19)
Auguro la pace e la benedizione a quelli che Dio ha già benedetto in Cristo, autore di salvezza eterna!
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